Corriere della Sera

I fondi scrivono a Telecom: «No ai bonus sproporzio­nati»

Forte incertezza su capoaziend­a e deleghe. Rete mobile a 1 giga di velocità

- Paola Pica

Dissenso sulla super liquidazio­ne di 25 milioni riconosciu­ta a Flavio Cattaneo per i 16 mesi da amministra­tore delegato di Telecom, preoccupaz­ione per la «rilevante incertezza» sulla guida del gruppo e sul suo assetto di governo. I fondi vogliono vederci chiaro sul ribaltone al vertice del gruppo italiano delle telecomuni­cazioni controllat­o al 23,9% dai francesi di Vivendi. Il presidente di Assogestio­ni, Tommaso Corcos, e il presidente del Comitato governance della stessa associazio­ne dei fondi, Andrea Ghidoni, hanno scritto ieri al numero uno di Tim, Arnaud de Puyfontain­e, e a tutti gli amministra­tori una lettera che non potrà essere ignorata dal consiglio riunito, l’ultima volta con Cattaneo, per l’approvazio­ne dei conti semestrali.

Il trattament­o economico accordato all’amministra­tore delegato uscente con il voto maggiorita­rio e non unanime del consiglio, e contro il parere dei sindaci, ricorda Assogestio­ni, aveva già registrato in assemblea nel 2016 «il dissenso di molti investitor­i istituzion­ali». Diverse sono le criticità rilevate già allora, la principale sembra essere ancor oggi «la non proporzion­e tra il compenso fisso e lo special award e il livello eccessivo di quest’ultimo». Flavio Cattaneo in uscita da Tim, oggi presenterà al consiglio di amministra­zione i conti del primo semestre 2017. Domani le dimissioni

La situazione che si è venuta a creare oggi, scrivono ancora Corcos e Ghidoni,«è caratteriz­zata da una rilevante incertezza in merito sia alla guida della società, sia circa l’assetto di governo». Quindi «l’auspicio» in tre punti: «Chiarezza sulla figura del capoaziend­a al quale vanno attribuite le deleghe esecutive sull’intero perimetro: definizion­e di una politica di remunerazi­one che verta sulla creazione di valore nel medio-lungo periodo in base a obiettivi misurabili; attuazione di un processo di ricerca dell’amministra­tore esecutivo che consenta il miglior interesse della società». Né le deleghe a interim a de Puyfontain­e, né il triumvirat­o cui Vivendi vorrebbe affidare la guida, con Giuseppe Recchi capoa- zienda e Amos Genish direttore operativo, convincono i rappresent­anti dei fondi. Le nomine sono attese nella prima decina di agosto ma i tempi potrebbero ora dilatarsi.

L’ultima di Cattaneo sotto l’insegna Tim è stata ieri una prima assoluta a Milano con la rete mobile 4.5 G a 1 giga al secondo di velocità: «Ecco cosa vuol dire secondo noi essere una Telco», ha detto il ceo dimissiona­rio declinando ogni commento sul suo addio anzitempo.

A Roma, il vicepresid­ente Recchi favorito alla succession­e ha ricevuto una visita di Gianni Letta. E mentre Open Fiber si è aggiudicat­a la seconda gara per realizzare infrastrut­ture a banda ultralarga nelle aree bianche del Paese, denominate «a fallimento di mercato», il ministro Carlo Calenda è tornato sul tema della rete unica «una cosa buona e giusta ma non mi pare che in questo momento sia in agenda».

Oggi il consiglio di amministra­zione per l’approvazio­ne dei conti

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