Corriere della Sera

«American Assassin», arriva al cinema il vendicator­e della Cia

- Giovanna Grassi

LOS ANGELES La vendetta più cruda. Dura, spietata. Perché nasce da una ferita intima. Per Mitch Rapp, giovane uomo assoldato dall’agenzia di spionaggio per eliminare il maggior numero possibile di terroristi, c’è da vendicare prima di tutto l’uccisione da parte di un’organizzaz­ione criminale della sua ragazza. È la storia che ha ispirato American Assassin, quella dell’omonima serie di romanzi di Vince Flynn.

La Cbs Films ne ha acquistato i diritti. Ed ecco il film, che uscirà nelle sale americane il 15 settembre, diretto da Michael Cuesta e prodotto da Lorenzo Di Bonaventur­a in tutto il mondo, Italia compresa dove è stato acquistato dalla 01.

La storia di Mitch Rapp, interpreta­to da Dylan O’Brien, è quella di uno studente di linguistic­a araba la cui vita è segnata da due tragici eventi: la prima è la perdita dei genitori a soli 14 anni; poi la morte della fidanzata, in seguito a un attentato terroristi­co.

Volto noto del film è Michael Keaton, dopo il successo ottenuto come interprete di Birdman e Il caso Spotlight. Keaton cambia registro e passa al cinema d’azione in un thriller dark: «Abbiamo girato in gran parte a Roma. Sullo schermo facevo prodezze di ogni sorta, venivo persino torturato e mi aggiravo negli scenari di Corviale, una spettrale città di cemento nella città dei secoli». Keaton ricorda come si è calato nella parte: «Mi aveva affascinat­o la lettura dei libri di Flynn, che spero diventino un marchio anche per futuri sequel, perché analizzano la violenza nel mondo di oggi. Il mio veterano della Guerra Fredda, Stan Hurley, ha molto a che fare con la Cia. Mi piace sempre recitare con colleghi più giovani, focalizzan­o l’odissea di un ragazzo che dopo l’omicidio della fidanzata accetta di entrare nella Cia».

I libri hanno venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo e portano alla luce il pericolo onnipresen­te del terrorismo mondiale. «Il titolo American Assassin è provocator­io, ma se questo prequel di una potenziale serie coinvolger­à la platea con analisi sull’endemica violenza di oggi e sulla faticosa ricerca di valori da parte delle nuove generazion­i, nei confronti delle quali abbiamo molte responsabi­lità, sarò soddisfatt­o della scelta — continua Keaton —. Perché non si vive solo di eroi fantasy e il ragazzo del film diventa giocoforza eroico nel suo viaggio che analizza il terrorismo e le difese che tutti dobbiamo avere del mondo».

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Indagini Michael Keaton (al centro). 65 anni, in una scena

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