Corriere della Sera

Un’identità tradita per Madama Butterfly

- Di Enrico Girardi

Dedicato all’Oriente, il programma dell’edizione corrente del Macerata Opera Festival colpisce innanzitut­to per la qualità delle esecuzioni musicali, decisament­e superiore alla media del passato. Come Pier Giorgio Morandi in Turandot, Massimo Zanetti in Madama Butterfly ottiene sonorità ben definite nei timbri e nei colori, e con una delicatezz­a che nulla ha a che fare con il sentimenta­lismo zuccheroso che spesso riduce questo titolo pucciniano a pallido bozzetto lirico, mentre è opera di una tragicità che atterrisce. Il cast inoltre è più solido che in Turandot anche perché ruota attorno a Maria José Siri, la stessa Cio-CioSan della prima scaligera, la cui autorevole­zza in questa parte è ormai fuori discussion­e. Può fare discutere invece l’allestimen­to di Nicola Berloffa, scritto per il In scena Maria José Siri nel ruolo di Cio-Cio-San in un momento della «Madama Butterfly» in scena a Macerata fino al 12 agosto

Massimo di Palermo e ripensato per gli ampi spazi dello Sferisteri­o. Ma è ispirato, fluido, coerente. Colloca la prima parte dell’azione nel 1945, al tempo dell’invasione americana del Giappone, e la seconda 3 anni dopo, quando la moda «esotica» del sogno americano è già attecchita, segnando un’amara decadenza. Il teatro delle geishe diventa un sordido cinema dove proiettare quanto arriva da Hollywood, le geishe sono ormai squallide prostitute occidental­izzate, al posto del sakè si beve Coca-Cola. Ma lei, Cio-Cio-San, si lascia attraversa­re da questa rivoluzion­e, nella quale pure ha riposto le proprie speranze, senza perdere quantomeno l’orgoglio della propria identità tradita. Il rituale della sua morte è un atto tragico e catartico insieme. Lascia un segno di riscatto. Lo spettacolo, in scena fina al 12 agosto, è applauditi­ssimo.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy