Dal lusso a Tim e Parmalat, quando sono i francesi a comprare i «gioielli» italiani
Dal ‘96 a oggi operazioni per 101,5 miliardi di euro dei gruppi transalpini
Gucci, Brioni, Bottega Veneta, Pomellato e FriulAdria a Credit Agricole, che nel 2011 rileva anche Carispezia. Sempre nel 2007, Groupama, portata da Bolloré nel Patto di Mediobanca, compra dalle Generali Nuova Tirrenia, che diventerà Groupama Italia nel 2009. L’ultimo colpo finanziario è nel risparmio gestito, un asset strategico per un Paese ad alto debito pubblico come l’Italia: la cessione di Pioneer da Unicredit, guidata dal francese Jean Pierre Mustier, ad Amundi per 4 miliardi: il closing dell’operazione risale all’inizio di questo mese.
Nell’energia Edf, controllato dallo Stato francese, conquista la preda più grossa, Edison, dal maggio 2012 francese al 100% in seguito a un riassetto con A2a, che ha portato al delisting della società. Suez invece controlla il 23,3% di Acea, la multiutility di Roma.
Stessa sorte per molti marchi italiani del food, dove spicca il passaggio di Parmalat a Lactalis nel 2011, dopo il crac del patron Calisto Tanzi. Con la vendita di Parmalat diventano così francesi i formaggi Galbani e Invernizzi. Come sventola la bandiera tricolore sullo zucchero Eridania, leader sul mercato domestico, comprato dalla cooperativa transalpina Cristal Union.
L’avanzata francese non ha risparmiato la grande distribuzione. L’insegna dei supermercati Gs non esiste più dalla fine del 2010, sostituita da Carrefour,
Il ruolo di Bolloré, entrato nel 2001 in Mediobanca, oggi alla guerra legale con Mediaset