Corriere della Sera

Atac, Rota in bilico. Il caso raccomanda­ti

Bufera sull’azienda dopo le parole del direttore generale: schiacciat­i da debiti e assenteism­o M5S lo attacca: non ha cacciato dirigenti. Lui replica: mi ha solo parlato di giovani da promuovere

- Al. T.

È arrivato a Roma il 18 aprile, ma potrebbe presto tornarsene a Milano, Bruno Rota, direttore generale di Atac, l’azienda dei trasporti di Roma. Il suo duro j’accuse al Corriere della Sera e al Fatto Quotidiano, sullo stato comatoso dell’azienda che dirige e sulla necessità di accelerare i tempi, ha provocato reazioni durissime dal Campidogli­o. Con uno scambio di accuse che ne mette in dubbio la permanenza.

Rota, al Corriere spiega che c’è «troppo assenteism­o», che l’Atac è «schiacciat­a dai debiti» e che si fa «fatica a pagare gli stipendi». Chiede che, «per il bene dell’azienda», si agisca entro «un paio di settimane». Si tratta di ristruttur­are il debito, ma sono decisioni che spettano all’azionista, ovvero al Comune.

La prima reazione è di Enrico Stefàno, consiglier­e comunale M5s e presidente della commission­e Mobilità: «Apprendiam­o dai giornali che il dg di Atac denuncia una situazione disastrata. Gli abbiamo dato carta bianca per risanare l’azienda. Magari in questi primi tre mesi poteva cominciare a dare dei segnali, ad esempio rimuovendo i dirigenti responsabi­li «Servizio da mettere a gara». I Radicali raccolgono le firme per il referendum di questo disastro o quelli inutili, come lo abbiamo invitato a fare più volte». Pronta la reazione di Rota, che commenta su Facebook: «So del vivo interesse del consiglier­e Stefàno alle soluzioni di una società che si occupa di bigliettaz­ione e che mi ha invitato ad incontrare più volte. Più che di dirigenti da cacciare, lui, e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocement­e. Nomi noti. Sempre i soliti. Suggerisco a Stefàno, nel suo interesse di lasciarmi in pace e di rispettare chi ha lavorato. Onestament­e. Sempre i soliti».

Contro Rota si scagliano anche altri consiglier­i, come Pietro Calabrese e Alisia Maiani, mentre la sindaca Virginia Raggi tace. Il Pd romano intanto chiede un consiglio straordina­rio e le dimissioni di Stefàno da tutti gli incarichi istituzion­ali. Sulla stessa linea Fdi-An: «Stefàno smentisca o si dimetta».I L’articolo L’intervista con Bruno Rota pubblicata ieri sul Corriere della Sera senatori Vincenzo Piso e Andrea Augello (Idea), ma anche Michele Anzaldi (Pd), vanno oltre e annunciano che presentera­nno un esposto in Procura sulle accuse del dg di Atac.

Intanto prosegue la raccolta di firme per il referendum dei Radicali italiani: «Che Atac sia tecnicamen­te fallita — spiegano Riccardo Magi e Alessandro Capricciol­i — noi Radicali lo denunciamo da anni, e oggi è ancora più chiaro che la sola via d’uscita dal pantano è rompere questo monopolio fallimenta­re, mettendo a gara il servizio». Le firme raccolte finora sono 21 mila: ne servono 29 mila entro il 12 agosto per arrivare al quorum.

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