Corriere della Sera

«Cene anti Renzi? Ci vediamo per parlare del Pd»

- Giuseppe Alberto Falci

Non si riuniscono soltanto a cena ma si incontrano in maniera stabile nel cortile di Montecitor­io, dove si confrontan­o sul destino del Pd e su quello del centrosini­stra. Ecco i franceschi­niani. I più assidui sono una decina e fra tutti spicca anche per il suo ruolo di sottosegre­tario allo Sviluppo economico con delega alle telecomuni­cazioni il pratese Antonello Giacomelli, una vita al centro prima fra i popolari, poi nella Margherita, e oggi nel Pd, ma sempre al fianco del ministro della Cultura Dario Franceschi­ni.

Da giorni si racconta che questa corrente si incontri periodicam­ente — spesso a cena — e stia cercando di indebolire Matteo Renzi. Anche perché i rapporti fra quest’ultimo e «Dario» (lo chiama così Giacomelli) non sarebbero più idilliaci. È una ricostruzi­one fedele? «Mi sembra tutto abbastanza visibile anche senza bisogno di scomodare le cene segrete».

Appena sente la parola «corrente» il sottosegre­tario minimizza e cerca con lo sguardo Caterina Bini, deputata, che si trova a pochi passi da lui, e che viene definita la «segretaria delle cene». Giacomelli replica così: «Qual è la nostra area? L’Area dem è stata sciolta all’indomani del congresso vinto da Matteo Renzi. Sostegno Giorgia Meloni ieri con Nello Musumeci Ormai più sempliceme­nte si chiama area Renzi».

Però ci sono diverse sfumature del renzismo e le discussion­i accese di queste settimane hanno penalizzat­o l’area del ministro della Cultura nella distribuzi­one dei capi dipartimen­to. «Veramente ne abbiamo diversi». Quali? «Dell’area franceschi­aniana ci sono Sbrollini, Fiano, Picierno...».

Quando si esce dal palazzo i conciliabo­li dei franceschi­niani, che nell’ultimo periodo si sono intensific­ati, si svolgono davanti a un piatto di scialatell­i cacio o pepe o alle fettucine al sugo d’agnello. Succede spesso che il punto di ritrovo sia un noto ristorante del centro, il Santa Lucia, a pochi passi da palazzo Madama. «Si fanno lì — annota — perché c’è un giardino». E in quelle occasioni le discussion­i a pochi mesi dalla scadenza della legislatur­a vertono in primo luogo sul modello di sistema di voto. «I ragionamen­ti che si fanno seguono questa traccia: si cambierà la legge elettorale? Certo, si potrebbe modificare con Forza Italia. No, risponde un altro, ormai si andrà con quella uscita dalla Consulta e più sempliceme­nte come dice Mattarella dovremo armonizzar­e le soglie. Ma se si va con questa legge quando si formeranno le coalizioni?».

Un punto saldo dell’area Franceschi­ni è l’introduzio­ne del premio alla coalizione: «Mi sembra che Dario l’abbia detto in più circostanz­e, in particolar­e l’ultima volta nel corso della direzione a porte chiuse». Chiuso il capitolo legge elettorale si passa alla composizio­ne del liste. Serpeggia una certa preoccupaz­ioni per i capilista riservati alla corrente. «Tutto dipenderà dalla percentual­e raggiunta dal Pd. Ma ancora è molto presto per le liste. Tutto quello che si sente è solo chiacchier­iccio».

Ma il tema che più surriscald­a i franceschi­niani, e dunque, anche Giacomelli, è la conferenza programmat­ica che Renzi ha fissato per il mese di ottobre. Il sottosegre­tario invia una frecciata al segretario: «Lui inizierà il tour in treno a settembre. Quindi non ci sarà alcuna discussion­e e si comincerà con la campagna elettorale».

La conferenza programmat­ica del partito? Renzi inizierà il suo tour in treno a settembre Quindi non ci sarà alcuna discussion­e tra di noi e inizierà immediatam­ente la campagna elettorale

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