«Cene anti Renzi? Ci vediamo per parlare del Pd»
Non si riuniscono soltanto a cena ma si incontrano in maniera stabile nel cortile di Montecitorio, dove si confrontano sul destino del Pd e su quello del centrosinistra. Ecco i franceschiniani. I più assidui sono una decina e fra tutti spicca anche per il suo ruolo di sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni il pratese Antonello Giacomelli, una vita al centro prima fra i popolari, poi nella Margherita, e oggi nel Pd, ma sempre al fianco del ministro della Cultura Dario Franceschini.
Da giorni si racconta che questa corrente si incontri periodicamente — spesso a cena — e stia cercando di indebolire Matteo Renzi. Anche perché i rapporti fra quest’ultimo e «Dario» (lo chiama così Giacomelli) non sarebbero più idilliaci. È una ricostruzione fedele? «Mi sembra tutto abbastanza visibile anche senza bisogno di scomodare le cene segrete».
Appena sente la parola «corrente» il sottosegretario minimizza e cerca con lo sguardo Caterina Bini, deputata, che si trova a pochi passi da lui, e che viene definita la «segretaria delle cene». Giacomelli replica così: «Qual è la nostra area? L’Area dem è stata sciolta all’indomani del congresso vinto da Matteo Renzi. Sostegno Giorgia Meloni ieri con Nello Musumeci Ormai più semplicemente si chiama area Renzi».
Però ci sono diverse sfumature del renzismo e le discussioni accese di queste settimane hanno penalizzato l’area del ministro della Cultura nella distribuzione dei capi dipartimento. «Veramente ne abbiamo diversi». Quali? «Dell’area franceschianiana ci sono Sbrollini, Fiano, Picierno...».
Quando si esce dal palazzo i conciliaboli dei franceschiniani, che nell’ultimo periodo si sono intensificati, si svolgono davanti a un piatto di scialatelli cacio o pepe o alle fettucine al sugo d’agnello. Succede spesso che il punto di ritrovo sia un noto ristorante del centro, il Santa Lucia, a pochi passi da palazzo Madama. «Si fanno lì — annota — perché c’è un giardino». E in quelle occasioni le discussioni a pochi mesi dalla scadenza della legislatura vertono in primo luogo sul modello di sistema di voto. «I ragionamenti che si fanno seguono questa traccia: si cambierà la legge elettorale? Certo, si potrebbe modificare con Forza Italia. No, risponde un altro, ormai si andrà con quella uscita dalla Consulta e più semplicemente come dice Mattarella dovremo armonizzare le soglie. Ma se si va con questa legge quando si formeranno le coalizioni?».
Un punto saldo dell’area Franceschini è l’introduzione del premio alla coalizione: «Mi sembra che Dario l’abbia detto in più circostanze, in particolare l’ultima volta nel corso della direzione a porte chiuse». Chiuso il capitolo legge elettorale si passa alla composizione del liste. Serpeggia una certa preoccupazioni per i capilista riservati alla corrente. «Tutto dipenderà dalla percentuale raggiunta dal Pd. Ma ancora è molto presto per le liste. Tutto quello che si sente è solo chiacchiericcio».
Ma il tema che più surriscalda i franceschiniani, e dunque, anche Giacomelli, è la conferenza programmatica che Renzi ha fissato per il mese di ottobre. Il sottosegretario invia una frecciata al segretario: «Lui inizierà il tour in treno a settembre. Quindi non ci sarà alcuna discussione e si comincerà con la campagna elettorale».
La conferenza programmatica del partito? Renzi inizierà il suo tour in treno a settembre Quindi non ci sarà alcuna discussione tra di noi e inizierà immediatamente la campagna elettorale