Corriere della Sera

Spara al figlio nel sonno, poi si uccide

Monte Argentario, la comandante dei vigili urbani aveva 55 anni, il ragazzo non ancora 18 L’amica: «La sera prima abbiamo mangiato la pizza, parlava del compleanno di Francesco»

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

PORTO S. STEFANO (GROSSETO) «Mi ha sorriso, per l’ultima volta. E quello sguardo è ancora dentro me. Sembrava serena, la Loredana di sempre. “Ci vediamo domani, dopo il lavoro”, mi ha detto. Un abbraccio e via a casa». L’avvocato Anna Scotto fa fatica ad andare avanti. È l’ultima persona ad aver visto ancora viva Loredana Busonero, 55 anni, comandante dei vigili urbani del comune di Monte Argentario che alle 7.20 di ieri mattina ha ucciso con un colpo di pistola alla nuca il figlio amatissimo, Francesco Visconti, 17 anni e poi si è tolta la vita sparandosi con la stessa pistola, quella di ordinanza. È accaduto nell’appartamen­to della donna, un condominio di lusso davanti al mare. Una tragedia inspiegabi­le, se non evocando quel male oscuro che a volte penetra nell’anima senza troppi sintomi e la divora lentamente. Loredana non aveva avuto una vita facile. «Gravissimi lutti, problemi di ogni tipo. Sembrava fortissima, forse era fragile», racconta l’amica. Trent’anni fa il padre, titolare di un’impresa di autotraspo­rti che lavorava con Parmalat, si era impiccato. «Quella morte l’aveva sconvolta — rivela il sindaco di Monte Argentario, Arturo Cerulli — continuava a dire che il padre l’aveva tradita». Un altro colpo Loredana lo aveva avuto dalla morte del marito, Marco Visconti, ex sindaco. Erano separati ma le amiche dicono che non aveva mai smesso di amarlo. Poi erano arrivati alcuni guai giudiziari e un processo per concussion­e dal quale però era uscita con un prosciogli­mento pieno. Infine la malattia. Un tumore al seno. Si era curata a Milano dal professor Veronesi ed era guarita, ma quell’esperienza l’aveva segnata.

«Anche se non lo dimostrava — continua Anna Scotto, che aveva conosciuto Loredana Busonero durante gli anni di Giurisprud­enza all’università di Pisa — Era un po’ seria negli ultimi giorni. Ma non mercoledì sera. Siamo andati a casa mia. Abbiamo riso, scherzato, parlato di lavoro. Abbiamo mangiato una pizza surgelata, un buon gelato. Poi due passi sul lungomare, tra i turisti, la movida. Mi ha detto le stesse cose, ha parlato di Francesco, il figlio. Mercoledì prossimo avrebbe festeggiat­o il suo diciottesi­mo compleanno. “È passato velocement­e il tempo tra poco andrà all’università, forse al Politecnic­o di Milano”».

Già, Francesco. «Un ragazzo perfetto — continua Anna —. Bravissimo al liceo, straordina­rio nel disegno tecnico e artistico, una capacità innata di disegnare fumetti. Quando ieri sera ho congedato Loredana gli ho detto di salutarlo. Ho guardato l’orologio erano le 23.15».

Che cosa sia successo otto ore dopo nessuno ieri sapeva spiegarlo. I carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Grosseto e della compagnia di Orbetello hanno sequestrat­o documenti e i computer in casa e nell’ufficio della donna. Nessun messaggio per spiegare quel gesto. La comandante dei vigili ha passato una notte insonne. Poi poco dopo dell’alba ha aperto la cassetta di sicurezza dove custodiva la pistola di ordinanza, una Heckler and Koch calibro 9, è entrata nella camera da letto dove il figlio stava dormendo e gli ha sparato un colpo alla nuca. Poi si è puntata la pistola alla tempia destra. La mamma della donna e nonna del ragazzo che abita nello stesso condominio ha sentito i colpi.

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(Photo Masi) Insieme Il comandante della polizia municipale di Monte Argentario (Grosseto), Loredana Busonero, con il figlio Francesco Visconti

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