Corriere della Sera

IO SUPER GIOVANE MI SENTO VECCHIO

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gravi. Partivo per Riccione invece di andare a scuola, dicevo che tornavo e stavo via per sei giorni. Facevo spesso a botte: siccome ero dislessico, il pensiero viaggiava più veloce delle parole e partivano i cazzotti».

A scuola come andava?

«Male. Ero presuntuos­o. Faccio il classico e mi dico: latino e greco non li studio, tanto li so. Bocciato in quarta ginnasio».

Droga?

«Sei canne in tutto, mi urtava il rito di doverle rollare. Gli acidi, l’eroina non li ho mai presi. Mamma lavorava con la comunità di Fratel Ettore e mi portava a recuperare i tossici alla stazione centrale. Ho visto uno dare testate al muro, mi hanno spiegato che un acido se l’era portato via e m’è passata la voglia. I miei hanno avuto l’intelligen­za di non vietarmi niente, ma di farmi vedere i pericoli».

Quando è diventato grande?

Charlotte, e i due piccoli che ho avuto con Wilma, Leone e Lavinia, così come Mia, sono tutti fratelli».

Quest’estate, invece che a New York, li ha portati a Golfo Marinella, dove andava lei da bambino. Su Facebook, ha scritto: «La vita è una ruota e tutto deve tornare».

«Però, in America, io vorrei viverci. Cerco sempre il modo per trasferirm­i. Ho anche girato la zero di un format chiamato “I Facchinett­i’s”. L’idea è di un produttore americano, gli piace che abbia tanti figli, che venga da una famiglia di cinque fratelli di tre mamme diverse, che ho un papà e una ex famosi e che siamo un circo. La mia stessa casa è un circo».

In che senso?

«Al culmine della follia, avevo costruito una casa nella natia Mariano Comense con una sala giochi da pazzi, piena di flipper, videogioch­i da bar, puffi. Solo quando sono arrivati i figli ho capito perché l’avevo fatta».

Su La7, ha condotto Eccezional­e veramente e, a settembre, condurrà Miss Italia. Che altro fa?

«Ho un’agenzia di talenti. Sono agente, producer, concession­aria pubblicita­ria. Da ragazzo mi sentivo la voce di Stevie Wonder, poi è arrivato il momento cantina, ho capito che quella voce non l’avevo e ho dovuto ripensare tutto».

Cos’è il «momento cantina»?

«Quando ti rintani nell’angolo più nascosto di casa e sei solo con te stesso. Lì, ho intuito che il mio talento è scovare talenti. Frank Matano lo guardavano in dieci su Internet e ora fa Italia’s Got Talent, ho prodotto il suo primo film e abbiamo incassato sette milioni. Ho trovato Riki che, con Perdo le Parole, è doppio disco di platino».

Che consiglio darebbe a un giovane in cerca di una strada?

«Gli direi che il web è una prateria di possibilit­à. E di fare politica. Il sistema si può cambiare solo dall’interno e, oggi, sfruttando il web e il “sentiment” degli elettori, qualunque ragazzo sveglio può farcela. Se viene a trovarmi uno in gamba, lo aiuto io». ancora oggi una statua e un monumento a lui intitolati a Chicago, cambiò il nome a quel luogo incantevol­e, ma se lo comprò. Nacque così Punta Ala.

Con tre atti notarili registrati tra il dicembre 1931 e l’ottobre 1936 il «maresciall­o dell’aria» acquisì dal Cottolengo oltre seicento ettari, quasi tutti a bosco, con due fattorie, una sorgente e, soprattutt­o, il castellozz­o che divenne la residenza di famiglia e la Torre Hidalgo, con tanto di ponte levatoio, destinata ad ospitare gli amici.

Naturalmen­te tanto sfarzo e i lavori per le strade e l’acquedotto furono fonte di pettegolez­zo, come testimonia una biliosa lettera al Duce di Roberto Farinacci.

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