LA CAMORRA CRESCE E CAMBIA VELOCEMENTE LA SUE STRUTTURE
ANapoli le «famiglie» di camorra aumentano invece di diminuire. Ogni anno ne nascono di nuove che si aggiungono a quelle storiche. E le new entry non sono solo le gang giovanili delle periferie, espressioni della cosiddetta «città plebea». Sono perlopiù «aziende» che orbitano intorno ai mercati del tessile, del contrabbando, del falso, e di recente anche della ristorazione. E sebbene armate per uccidere o intimidire, più che una sponda per la borghesia compromessa, costituiscono esse stesse una élite borghese. Ed ecco i dati, elaborati da Luciano Brancaccio, sociologo, autore de I clan di camorra. Genesi e storia, edito da Donzelli. Nel 2010, le “famiglie” a Napoli erano circa 140. Nei 5 anni successivi sono salite a 180, con un turn over medio sul quinquennio di circa il 20%. Ogni anno, nel fare i conti spulciando le relazioni dell’Antimafia, sono venuti fuori 28 gruppi non censiti l’anno precedente. Un ricambio che dà l’idea di una camorra in continua mutazione, sempre diversa, e più avanti, rispetto all’idea che se ne ha. «Il sapere degli specialisti — scrive Brancaccio — ha una profonda influenza sul senso comune. Ma anche il senso comune influenza i ricercatori e gli specialisti». Non a caso, nell’ultima relazione dell’Antimafia i commissari ammettono che la lotta alla camorra è resa difficile «dalla imprevedibilità delle condotte», definite «non inquadrabili in schemi razionali o strategie comprensibili». Secondo Brancaccio, la convinzione diffusa di una camorra costituita da gruppi chiusi, stabili nel tempo, tenuti insieme da liturgie e tradizioni «deriva da ricostruzioni giornalistiche inclini al sensazionalismo, in larga parte desunte dai quadri investigativi istituzionali». Cioè dalle inchieste giudiziarie, che a loro volta finiscono per dare «un’immagine parziale, filtrata dagli obiettivi specifici degli inquirenti», cioè una selezione di episodi fatta in base ai reati ipotizzati e al principio della responsabilità personale. La camorra era già altro mentre vedevamo Gomorra in tv.