Corriere della Sera

Una baita tira l’altra. Il banchetto ad alta quota di Re Laurino

In Val di Fassa tour enogastron­omico in sei tappe. Con la sorpresa delle cattedrali calcaree

- Paolo Virtuani

l panorama non ha uguali: le Torri del Vajolet e il gruppo del Catinaccio, tra i monti più scenografi­ci delle Dolomiti. Il Banchetto di Re Laurino (3 agosto) si svolge in una location di incomparab­ile bellezza. Il tramonto visto dalla terrazza naturale del Ciampedie, a 2 mila metri di quota sopra Vigo di Fassa (Trento), fa da cornice a un percorso che si snoda tra tre rifugi e tre baite.

Non allarmatev­i: sul Ciampedie si arriva con una comoda funivia, aperta in orario serale per l’occasione, e i rifugi si trovano in una conca erbosa pianeggian­te a poche decine di metri l’uno dall’altro. Non dimenticat­e di portare una giacca pesante: a quelle altezze può diventare freddo all’improvviso.

La serata enogastron­omica (per informazio­ni www.entornvich.com) inizia al rifugio Nigritella e alla baita Pra Martin dove viene servito formaggio di malga alla piastra con insalata di patate e mostarda ai frutti di bosco. In un calice spumeggia un Trento doc dosaggio zero, un 100% chardonnay della val di Cembra coltivato sul porfido rosso deposto da antichi vulcani oltre 250 milioni di anni fa. Mentre ci si sposta verso la tappa successiva, c’è il tempo per osservare le grandi cattedrali calcaree delle Dolomiti formatesi in mari tropicali poco profondi, quando i dinosauri iniziavano ad affacciars­i sulla Terra.

Magari anche a loro sarebbe piaciuto l’hamburger di carne salada adagiato tra maionese di patate e lamponi in un letto di insalatina che viene servito alla baita Checco, accostato a un Müller Thurgau per mitigare la sapidità della carne. Di fronte, alla baita La Zondra, doppia degustazio­ne: prima i canederli di formaggio accompagna­ti da un Lagrein, poi mentre tra la musica delle fisarmonic­he si sentono gli schiocchi delle lunghe fruste fassane che servivano per comunicare da una malga all’altra, si passa a un tagliere di salumi e formaggi, proposti con l’insolito accostamen­to di birre artigianal­i (da provare quella Baita Checco Una delle malghe del banchetto al lupino di Anterivo, una volta utilizzato come surrogato del caffè).

Davanti a un bidone di rame i casari mostrano come viene fatto il formaggio locale. Al rifugio Bellavista attende il brasato di manzo al Teroldego con polenta di Storo, accompagna­to da un potente Teroldego Rotaliano doc superiore riserva. L’ultima tappa è al rifugio Ciampedie per le frittelle con marmellata di mirtillo rosso. Prima della discesa a valle (alle 22,30 l’ultima corsa della funivia) c’è tempo per grappa oppure per infusi e tisane trentine.

@PVirtus

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