Corriere della Sera

Ferrari pronta a ripartire: «Abbiamo la macchina giusta»

Hamilton è a un punto, ma Vettel non si spaventa: «La stagione è lunga e noi siamo veloci»

- Flavio Vanetti

DAL NOSTRO INVIATO

Cambiare pare il verbo centrale in questo Gp d’Ungheria che manderà in vacanza la F1 ma che intanto riserva novità. Prima di tutto c’è quella per il 2018, l’ufficializ­zazione dell’adozione dell’Halo, protezione per l’abitacolo: il partito dei piloti ieri si è spaccato tra i favorevoli (Vettel e Alonso tra questi) e i contrari, gruppo guidato da Verstappen. C’è poi una chicca curiosa: sulla strada per l’Hungarorin­g è sparito il cartello che intitolava la via a Bernie Ecclestone, che negli anni 80 portò la F1 in un Paese comunista. C’è chi dice che verrà rimesso oggi, anche perché Mister E. è sempre ospite gradito. E se invece comparisse la scritta «Avenue Chase Carey»? Vedremo. In ogni caso, Bernie si consoli: di Stalin e Lenin, caduto il Muro di Berlino, abbatteron­o le statue.

Cambia poi la scelta della Sauber: rotto l’accordo con la Honda, firmato dalla giubilata ex team principal Monisha Kaltenborn. Sembra l’inizio di un valzer di motori: il team svizzero potrebbe rimanere con la Ferrari (e in tal caso si aprirebbe una chance per un giovane pilota rosso, o Leclerc o Giovinazzi), mentre la Honda starebbe trattando con la Toro Rosso. Tutto ciò in attesa di sapere che cosa farà la McLaren: rimarrà con motori giapponesi o — opzione quotata al 60% — passerà alla Renault?

Ma nella stretta attualità, cambiare riguarda prima di tutto la Red Bull e la Ferrari. Per entrambe c’è di mezzo Lewis punta alle 68 pole di Schumi e non si nasconde: «Siamo favoriti per il titolo» l’aerodinami­ca: la Fia ha bloccato una diavoleria sull’ala anteriore delle RB, mentre la Rossa, per aggirare precedenti divieti, presenta un pacchetto aerodinami­co rivisto nel fondo e nei deviatori di flusso. Nel caso del Cavallino c’entra pure lo scenario del Mondiale. Si modificher­à la tendenza che a Silverston­e ha premiato la Mercedes, in fuga tra i costruttor­i e giunta con Hamilton a un punto dal leader Vettel? «A Budapest possiamo essere più forti che in Inghilterr­a. E comunque non ci sono emergenze, nemmeno sul fronte della qualifica» dice Kimi Raikkonen. Sebastian, invece, parte da una premessa: «È una stagione quasi da 10: la Ferrari è la sorpresa del campionato». Sulla possibilit­à di frenare lo smottament­o — «Perdere non è nel Dna del team, ma la giornata storta ci sta» — è invece laico: «Non mi stresso e so che la stagione è ancora lunga. L’importante è avere una macchina forte e veloce: noi l’abbiamo». Anche il tema del contratto rientra nel basso profilo: cambiare in questo caso non sembra un verbo da coniugare, Tifosi Seb Vettel firma autografi al suo arrivo al circuito di Budapest (Ap) ma nemmeno c’è fretta di firmare «quello che rimane un pezzo di carta. L’importante è pensare al Mondiale e a lavorare sodo». Impression­e: non manca molto al nero su bianco.

Anche Lewis Hamilton, alla caccia della sesta rapsodia ungherese ma evasivo quando gli si domanda della chance di eguagliare le 68 pole record di Michael Schumacher («Non ci sto pensando»), modificher­à lo status di orgoglioso pilota della Mercedes: «Siamo i più forti nella lotta al titolo 2017», dice. Però aggiunge che andarsene avrebbe senso «solo per passare alla Ferrari». Qui siamo al futuro del verbo cambiare, forma gradita anche al compagno di squadra Valtteri Bottas: «Nella seconda parte proverò a modificare le sorti del campionato: mi sento in grado di vincerlo».

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