L’attentatore islamista fermato in strada a colpi di sedie
Terrore al supermercato in Germania. Un 26enne colpisce 7 persone con un coltello: una vittima
Armato di coltello aggredisce diverse persone in un supermercato di Amburgo, in Germania, urlando «Allah Akbar». Il bilancio è di un morto e sei feriti, alcuni gravi. La vittima, un uomo di 50 anni. L’attentatore viene inseguito dai passanti che lo accerchiano e gli lanciano addosso delle sedie. L’uomo, arrestato, è un 26enne nato negli Emirati Arabi e sarebbe noto ai servizi di sicurezza tedeschi come islamista.
Per diverse ore la pista terroristica «non è esclusa» ma nemmeno confermata. Finché in serata la polizia tedesca non è costretta a diffondere un comunicato che dà credito alle indiscrezioni della stampa: l’uomo che nel pomeriggio ha accoltellato sette persone ad Amburgo è un 26enne nato negli Emirati Arabi. Si spiega forse così quel grido sentito da due testimoni: dopo aver colpito a morte una persona e averne ferite altre cinque nel supermercato Edeka, nel quartiere Barmbek, nord di Amburgo, l’uomo avrebbe urlato «Allahu Akbar», «Dio è il più grande».
Sono passate da poco le 15 quando nel grande negozio su Fuhlsbütteler Strasse entra un uomo, riferirà chi ha visto, «dall’aspetto del sud»: un modo di dire tedesco per (non) azzardare supposizioni sulla nazionalità. In mano ha un enorme coltello con cui «all’improvviso» si scaglia sulle prime persone che gli capitano a tiro: ne accoltella sei, una di loro in modo così grave da non dare tempo ai soccorsi. Morirà quasi sul colpo.
Succede tutto in pochi attimi: mentre i presenti cominciano a intasare i centralini della polizia, l’aggressore scappa sulla strada e prova a ferire altre persone. Ma sono proprio i passanti a inseguirlo: un video girato dall’interno di un’auto mostra cinque uomini che lo accerchiano in mezzo alla strada e gli lanciano delle sedie. L’aggressore — alto, maglietta grigia e jeans col risvolto — sventola il coltellaccio da cucina con cui ha appena ucciso. Dopo qualche minuto arrivano anche gli agenti: lo bloccano con la forza e quando lo caricano sul sedile posteriore di una volante anche lui è ferito. Un sacchetto bianco sporco di sangue gli copre il volto, mentre la strada viene transennata e si riempie di ambulanze, pattuglie, vigili del fuoco e poliziotti in assetto antiterrorismo.
Per diverse ore gli investigatori tacciono: l’uomo arrestato, fanno sapere, «è ancora in fase di identificazione» e sulla vittima e i feriti non ci sono informazioni. Poco dopo segue un altro comunicato, forse affrettato dalle notizie che stanno cominciando a circolare sui media, e stavolta le informazioni non mancano: l’uomo arrestato è un 26enne nato negli Emirati Arabi Uniti, ma «la sua cittadinanza dev’essere chiarita». Il quotidiano Tagesspiegel sostiene che l’uomo sarebbe «un palestinese nato in Arabia Saudita» (la polizia smentisce) nonché un «islamista noto ai servizi tedeschi»
(la polizia non conferma). Conferma invece che la vittima è un tedesco di 50 anni e i feriti, «alcuni dei quali gravi», sono diventati in totale sei: una donna e cinque uomini, compreso il 35enne che ha immobilizzato il killer.
Ad Amburgo è stata messa in piedi una commissione speciale per le indagini che «proseguono in tutte le direzioni»: dovranno chiarire se si sia trattato davvero di terrorismo, perché alla follia del 26enne al momento manca ancora un movente. C’è almeno una certezza, non da poco: l’uomo non aveva complici.