Dopo il Garda ora c’è Merano Il capo di FI torna in beauty farm
L’ultima volta fu nel gennaio del 2014, quando dal balcone della Maison du Relax sul lago di Garda si affacciò accanto all’allora suo fedelissimo e delfino Giovanni Toti. Tre anni dopo, con le condizioni e le passioni politiche piuttosto cambiate, Silvio Berlusconi sceglie ancora una beauty farm per dedicarsi ad un programma di rimessa in forma dopo un anno faticoso. La prescelta è l’hotel-Spa Palace di Merano di Henri Chenot — da listino la suite Imperial costa 1.600 euro al giorno, i trattamenti settimanali tra i 2.500 e i 3.500 euro —, e il leader ci andrà per staccare il più possibile dal lavoro, accompagnato fra i politici dalla sola Licia Ronzulli e, sembra, senza la compagna Pascale.
A cavallo tra Arcore e Roma sarà il fidatissimo Niccolò Ghedini a tenerlo informato sulla situazione politica, per una fase che molti definiscono comunque «di stanca» dopo il rush di giugno e il lavorìo che è andato avanti fino a pochi giorni fa sullo scouting dei possibili candidati per le Politiche e gli approfondimenti tematici ai quali, raccontano, si dedica con passione come gli animali e l’ambiente, nonostante alcuni big azzurri lo frenino per l’effetto boomerang che può avere su alcune categorie (allevatori, cacciatori) che però, almeno i secondi, non lo preoccupano: «Ormai sono pochissimi ad andare a caccia».
Ma mentre l’ex premier si riposa per una settimana prima di volare in Sardegna dove passerà gran parte d’agosto, nel partito molto si muove. Proprio Toti infatti ieri ha riunito a Genova gli «Stati generali del centrodestra ligure» per rinsaldare l’alleanza con la Lega che in Regione va a gonfie vele.
E tra una battuta e un sorriso («Se ho avuto contatti con Roma? Qui prende poco la linea, i cellulari hanno solo una tacca...»), ha ricevuto un’investitura ufficiale dal vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti, che dopo aver suggerito a Berlusconi un ruolo da «allenatore del centrodestra», ha auspicato che sia Toti a guidare Forza Italia: «Se si dovesse andare a votare Lista Toti o FI, vincerebbe lui 10 a zero. Allora o prende FI in mano a livello nazionale, o dovrà decidere di fare qualcosa». E mentre il governatore ligure insiste a chiedere «qualcosa di nuovo» che unisca tutto il centrodestra, è Renato Brunetta a replicare piccato: «Non si era mai visto un vicesegretario della Lega dire cosa si deve fare in Forza Italia. E se noi dicessimo che la Lega deve essere guidata da Maroni o Zaia?».
«Stacco» dalla politica L’ex premier si rimetterà in forma staccando il più possibile dal lavoro La Lega: Toti leader del centrodestra Brunetta: pensino al loro partito