Ma le armi del Cremlino in realtà sono spuntate
L’espulsione dei diplomatici è solo la prima risposta alle nuove sanzioni, dice il Cremlino. Ma in realtà, al di là di un irrigidimento di Mosca nel Consiglio di sicurezza Onu, le armi a disposizione di Putin sono piuttosto spuntate. Il presidente è furioso e parla di «un aumento dell’isteria antirussa». Ma il suo ministro degli Esteri Lavrov si dà da fare per cercare di ricucire i rapporti con Trump. L’interferenza nelle elezioni Usa (se c’è stata veramente) si è rivelata catastrofica. Ora le nuove misure, che non potranno essere cancellate dal solo presidente Usa e che rischiano di rimanere in vigore per decenni (come con Cuba), provocheranno danni consistenti all’economia russa: blocco degli investimenti. Così Lavrov è accomodante: «Pronti a normalizzare le relazioni».