DEPOSITO DEGLI ATTI
L’immediato cautelare può essere chiesto dai pm al gip entro i tre mesi dall’arresto. È accaduto ieri per gli arrestati nel blitz del 15 maggio della Dda milanese. E con il deposito degli atti emergono solo ora le vicende del consigliere comunale milanese D’Alfonso (indagato e archiviato) e del capo dei vigili urbani Barbato (non indagato) «Effettivamente D’Alfonso ci chiede di preparare un progetto che si impegna a lasciar fuori per soli 15 giorni e (ci dice, ndr) che, se nessuno si fosse presentato in quei giorni, la gara sarebbe stata affidata a Giamundo». In cambio di che? «D’Alfonso era interessato alle elezioni regionali» e «chiese a Giamundo di metterlo in contatto con le liste civiche presentatesi in precedenti elezioni in Brianza» perché lì «non aveva una base elettorale forte». L’imprenditore nell’intercettazione assicura che «i miei dipendenti, quando gli dico di cimentarsi un attimino, lo fanno volentieri», e Palmieri chiosa poi ai pm: «Giamundo disse a D’Alfonso che poteva garantire un certo pacchetto di voti».
I due non sono però tra gli indagati di ieri, segno di una archiviazione di D’Alfonso dovuta alla distanza delle regionali 2018 rispetto a una generica promessa azzerata dall’arresto di Palmieri dopo un mese.
Era stato sempre Palmieri a presentare al comandante dei vigili l’imprenditore della sicurezza privata Fazio, che con Barbato discute di gare del Comune. Con una peculiarità: «Palmieri — risponde Barbato ai pm su un’intercettazione del 30 marzo — mi disse che era in grado di chiedere a Fazio di seguire Cobelli (sindacalista col
Franco D’Alfonso, 61 anni, ex assessore della giunta Pisapia Attualmente è delegato al Bilancio della Città Metropolitana
Antonio Barbato, 55 anni, da circa un anno comanda la polizia municipale di Milano che può contare su oltre 3.000 agenti quale Barbato aveva un aspro contenzioso, ndr) in modo da controllare come utilizzasse le ore di permesso sindacale. Credo di avergli risposto “sì, vediamo”, o una cosa del genere. Ma poi non se ne fece più nulla». Per Palmieri, Barbato disse «se lo merita». Ma in entrambi casi, i pm trasecolano: «Senta, ma le pare normale che lei, comandante della Polizia municipale, accetti la proposta di far seguire un suo dipendente sostanzialmente dalla polizia privata di Fazio, che era comunque interessato
Le intercettazioni
Dalla promessa di voti all’idea di far pedinare un sindacalista considerato «nemico»
a partecipare a gare sulla sicurezza bandite dal Comune di Milano?». «Sono consapevole — risponde Barbato — che in funzione del mio incarico non sarebbe stato conveniente nè eticamente corretto che io avessi utilizzato questo Fazio per far seguire un mio dipendente con cui vi era un contrasto, difatti anche se ho accettato la proposta di Palmieri non se ne è fatto mai niente».