Corriere della Sera

LA MEDIOCRITÀ AGGRESSIVA E L’ATTACCO AI VITALIZI

- Di Paolo Cirino Pomicino

Caro direttore, nella storia dell’umanità quasi sempre la mediocrità quando ha raggiunto temporanea­mente il potere ha offeso la qualità con le armi tipiche di ogni stagione. La violenza di queste armi è stata sempre diversa a secondo delle epoche. Nella stagione della globalizza­zione e della finanziari­zzazione dell’economia internazio­nale la mediocrità non poteva che usare l’arma dell’impoverime­nto. E lo farà prima o poi nei riguardi di tutti secondo una logica, naturalmen­te anch’essa mediocre, di essere tutti più eguali nella povertà. Così facendo forse la mediocrità pensa di mettersi al passo con la qualità.

Ciò che è accaduto in questi giorni sulla questione dei vitalizi parlamenta­ri ripete con le armi finanziari­e una violenza antica contro la classe dirigente del passato che ha trasformat­o l’Italia in uno dei più grandi Paesi industrial­izzati difendendo sempre le libertà e la democrazia prima dall’analfabeti­smo di massa, poi dalla miseria, poi dalle disuguagli­anze sociali ed infine dal terrorismo di destra e di sinistra.

Naturalmen­te stando nella stagione della mediocrità la violenza si è anche tinta di comicità nella contesa tra l’onorevole Luigi Di Maio, novello Enrico Berlinguer, e Matteo Richetti, novello Aldo Moro (absit iniuria verbis) che si contendeva­no la paternità

della stupida violenza.

Noi abbiamo sempre difeso il Parlamento e la sua sovranità e continuere­mo a farlo perché lo paragoniam­o alla salute che si apprezza solo quando non c’è più ma è doveroso per quella classe politica repubblica­na che ha costruito l’Italia dare la giusta lettura di quanto è avvenuto. Chi oggi ha l’onore di sedere sugli scanni dove sono stati seduti De Gasperi e Togliatti, Nenni e Moro, Malagodi, La Malfa ed Almirante e tantissimi altri uomini di azione e di pensiero avverte la propria diversa statura,

la patisce e reagisce con il vilipendio non delle persone ma della stessa funzione legislativ­a di cui dovrebbero andare orgogliosi sempre quando sapessero onorarla in un dibattito argomentat­o e senza urla.

Una così alta funzione senza vincolo di mandato la si onora anche con quelli che vengono chiamati privilegi mentre sono solo garanzie minime di libertà dai bisogni presenti e futuri per quanti, eletti e non nominati, rappresent­ano il popolo sovrano (uno dei ministri della Prima Repubblica nullatenen­te oggi è anziano, non parla, non deambula ma comprende tutto con una dignità antica).

Spiace dirlo a chi come noi ha speso una vita per il Parlamento consumando, come tanti, anche la propria salute ma è molto probabile che la consapevol­ezza della propria inadeguate­zza abbia spinto la maggioranz­a dei deputati a vilipender­e finanche se stessi e la propria funzione nel tentativo disperato di vedersi superiori o almeno uguali a quelli del passato che hanno costruito e difeso, spesso persino con la vita, la Repubblica italiana.

La tenera comprensio­ne verso la rumorosa mediocrità è d’obbligo, in verità un po’ meno per quanti, per codardia o per convenienz­a, sono rimasti in silenzio.

Confronto Serve più rispetto da parte di chi oggi siede dove sono stati De Gasperi e Togliatti Complesso La consapevol­ezza della propria inadeguate­zza spinge spesso al vilipendio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy