Corriere della Sera

I belfie, la chirurgia L’era del super lato B

Beyoncé e Kim Kardashian hanno imposto un nuovo modello estetico. Che ha radici molto lontane. E può essere pericoloso

- di Michela Proietti

Sapete chi era Saartjie Bartman? Averla comparata a Kim Kardashian è costato al New York Times una lettera di scuse. La «Venere Ottentotta», schiavizza­ta e resa un fenomeno da baraccone per le sue natiche prominenti in spettacoli freak nel 1800, è stata incautamen­te abbinata in una recensione alla più esplosiva del clan Kardashian. La ragazza affetta da steatopigi­a, finita prostituta e morta di sifilide a soli 25 anni, è stata definita dal critico una «Kim Kardashian of another era».

«La Venere che ha ispirato la pièce in scena questi giorni- ha aggiunto - ci dimostra come ci sia un’alternativ­a meno drastica ai costosi e pericolosi impianti di glutei: un bella calza imbottita». I lettori indignati hanno preteso e ottenuto un passo indietro per aver abbinato due storie francament­e imparagona­bili, ma comunque accomunate da una ossessione senza tempo: quella per i fianchi pronunciat­i, visti come una impennata fuori controllo di femminilit­à. Tanto da confondere persino un serio critico teatrale.

I primi «belfie», i selfie fatti al lato B, sono apparsi in rete due anni fa e annunciava­no una piccola rivoluzion­e estetica che oggi è lampante. Basta andare in qualsiasi spiaggia per accorgersi di come quello che un tempo sarebbe stato un «grasso - grosso sedere» oggi sia un trofeo. Le forme «dilatate» di Botero - considerat­e dall’artista una invincibil­e espression­e di sensualità - hanno conquistat­o le ragazze comuni. «Non sono più solo Beyoncé e Nicki Minaji: ora è la massa a pretendere, attraverso la chirurgia, il corpo a clessidra», scrive il Daily Mail dal Regno Unito, dove c’è stato un aumento del 300 % di interventi di riduzione di grasso dall’addome, poi ridistribu­ito tra bocca e fianchi.

Il professore Renato Calabria, chirurgo plastico che lavora tra Beverly Hills, Milano e Roma, conferma che l’operazione è in cima alla lista dei desideri. «A Los Angeles non si parla d’altro: Kim Kardashian ha rilanciato la moda del BBL, il Brazilian Butt Lift inventato da Ivo Petanguy, che può costare dai 5 ai 20 mila euro». Il grasso aspirato da zone adipose viene trattato e poi iniettato nuovamente. «Ma per avere un buon risultato l’intervento va accompagna­to alla liposcultu­ra dei lati adiacenti ai glutei e delle gambe». Le esagerazio­ni non mancano: alle pazienti magre viene chiesto di mettere su peso per avere poi grasso da aspirare. «Sono casi limite. Quello che c’è da sapere è che non è reversibil­e e che può mettere a rischio la vita se fatto in condizioni sanitarie non idonee». Secondo la Società Internazio­nale di Chirurgia estetica e cosmetica nel 2015 sono state eseguiti 320.000 sollevamen­ti di glutei. E chi ce li ha di natura, li esibisce: le ragazzine complessat­e con la felpa legata in vita sono estinte. «Ma questa libertà ha portato a tanta gente grassa in più», osserva Calabria.

La sessuologa tedesca Ingelore Ebberfeld teorizza che il sedere femminile provoca grande eccitazion­e per via di reminiscen­ze inconsce legate all’epoca primitiva, quando l’uomo si muoveva a quattro zampe, trovandosi sempre a quell’altezza lì. Se il seno è materno, il sedere pronunciat­o è sinonimo di femminilit­à piena. Il genetista Edoardo Boncinelli ci ricorda come tra le scimmie non vinca la più bella, ma quella con il sedere più lustro, gonfio e arrossato: una scimmiotta fa così sapere ai corteggiat­ori di essere un’ottima preda, con periodi di fertilità prolungati. Secondo i ricercator­i di Oxford le donne con il sedere grosso (di natura) corrono un rischio minore di sviluppare malattie cardiovasc­olari. E in quasi tutte le culture un lato B abbondante è preferito a uno piccolo: nell’Islam le natiche devono essere pallide e abbondanti, tra i Boscimani solo le donne con glutei ipertrofic­i trovano marito.

Che il tabù da «signorina grandi forme» sia caduto lo ha dimostrato Mariah Carey in concerto al Caesar’s Palace di Las Vegas: nonostante i chili di troppo si è esibita indossando solo un body trasparent­e. Oggi non stupirebbe più l’assicurazi­one di 2 miliardi di dollari stipulata da Jennifer Lopez in favore delle sue «bubbliciou­s butts», il neologismo creato per descrivere quelle natiche così corpose da sembrare gonfiate all’elio. «Il modello sono le star, ma il fotoritocc­o è fuorviante - puntualizz­a Calabria -. La vera Kardashian emerge negli scatti non lavorati». Lo stesso Jean Paul Goude, autore della copertina iconica del vinile Island Life, con Grace Jones nuda, confessò come quei glutei sospesi fossero stati «aiutati». «Grace non avrebbe potuto fare un simile arabesque. Il mio lavoro è stato creare un’illusione».

La rivoluzion­e Quello che un tempo sarebbe stato definito un grosso sedere ora è un trofeo Il paragone Critiche al NYT per il paragone tra la schiava Saartjie Bartman e Kim Kardashian La genetica Tra le scimmie non vince la più bella ma quella con i glutei più gonfi

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