Mossa Cgil, il Jobs act sul tavolo della Consulta
La Cgil porta il Jobs act di fronte alla Consulta. «Il Tribunale del lavoro di Roma con un’ordinanza del 26 luglio relativa ad una causa promossa dalla Cgil spiega lo stesso sindacato di Corso d’Italia - ha rinviato al giudizio della Corte Costituzionale il contratto a tutele crescenti del Jobs act per violazione di alcuni fondamentali articoli della Costituzione». La Cgil commenta la decisione dei giudici romani definendola una pronuncia «importante». Il rinvio, spiega il sindacato guidato da Susanna Camusso, «evidenzia molti dei limiti, da noi sempre denunciati, sulla normativa in materia di licenziamenti introdotta dal governo Renzi». In particolare «un’indennità risarcitoria che non ha carattere compensativo, né dissuasivo e crea pericoli di discriminazione precisano la Cgil -. L’attribuzione di un controvalore monetario irrisorio e fisso a un diritto fondante come quello al lavoro», oltre a «una inadeguatezza delle sanzioni rispetto a quanto previsto da regolamentazione Ue e convenzioni sovranazionali». Contro queste norme la Cgil, dopo la raccolta di firme per il referendum non ammesso dalla Consulta, «continua la battaglia» sul versante della contrattazione e sul versante legislativo e giudiziario, «con la presentazione fra poche settimane del reclamo collettivo al Comitato europeo dei diritti sociali».