Corriere della Sera

Montepasch­i, il Tesoro fissa il prezzo Allo Stato una prima quota del 53,5%

Per gli ex-obbligazio­nisti il burden sharing vale una perdita di 2,16 euro per azione

- Fabrizio Massaro

Costa 2,16 euro per azione agli ex obbligazio­nisti del Montepasch­i il salvataggi­o dell’istituto senese: una perdita secca e immediata, effetto del «burden sharing», cioè della «condivisio­ne degli oneri» imposta dalla direttiva Ue quando scatta il salvataggi­o di una banca. Esattament­e quello che è successo con Mps.

L’istituto senese guidato da Marco Morelli lo scorso dicembre aveva chiesto all’Unione Europea di accedere alla «ricapitali­zzazione precauzion­ale», cioè a un aiuto di Stato per salvarsi evitando il «bail in», cioè la messa in risoluzion­e. L’aiuto è stato concesso a giugno dalle autorità (Dg Competitio­n e Bce) ma secondo la legge i soldi del Tesoro possono arrivare a Siena dopo il sacrificio dei possessori dei titoli più a rischio. Quale sacrificio? Da un lato, la conversion­e forzosa dei bond subordinat­i in nuove azioni Mps; dall’altro, una tosatura del valore iniziale di quelle Il Tesoro (nella foto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan) diventerà a breve primo azionista di Mps con una quota del 53% azioni affinché lo Stato possa entrare con un certo vantaggio iniziale. Ieri sera sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i due decreti che regolano la ricapitali­zzazione da 8,1 miliardi totali (cifra inferiore agli 8,8 miliardi inizialmen­te indicati dalla Bce) e da essi è emerso qual è il sacrificio richiesto.

Sono in realtà due gli aumenti di capitale. Il primo è a carico dei circa 40 mila obbligazio­nisti subordinat­i che vedranno convertiti i titoli a un prezzo fissato in 8,65 euro. In totale sottoscriv­eranno 517 milioni di nuove azioni Mps per totali 4,473 miliardi. C’è poi il secondo aumento, riservato al Tesoro — ed è l’aiuto di Stato propriamen­te detto — per 3,85 miliardi. Il ministero di Pier Carlo Padoan entrerà in Mps a un prezzo scontato del 25%, a 6,49 euro per azione. In totale si arriva così a 8,3 miliardi, più delle cifra richiesta dalle autorità Ue perché è convertito anche il bond Fresh del 2003. I capitali arriverann­o entro 5 giorni, così da consentire a Mps di approvare la semestrale (programmat­a per ieri ma slittata di alcuni giorni) e coprire la maxi-svalutazio­ne dei crediti deteriorat­i per circa 4 miliardi al fine di cartolariz­zarli e cederli al fondo Atlante.

Il Tesoro si ritroverà azionista di controllo con il 53,5% circa di Mps, di fatto nazionaliz­zata. Il resto sarà in mano agli ex obbligazio­nisti: tra questi c’è Generali, che con 400 milioni di euro in bond, è destinato a diventare il secondo socio. Il Tesoro in realtà potrà arrivare al 70% perché offrirà alle persone fisiche che possedevan­o i bond più a rischio di scambiare le loro azioni con bond senior a scadenza 2018.

Quando questa offerta avverrà non è ancora certo, si parla di settembre-ottobre. E non sarà indifferen­te che l’offerta arrivi prima o dopo il ritorno in Borsa di Mps, per il quale il pallino è ora in mano alla Consob. Molto dipenderà da quanto varrà Mps una volta riquotata . Secondo gli esperti incaricati (Pwc e, per Banca d’Italia, Mazars) Mps vale 17,3 euro per azione, più dei 15,5 euro dell’ultima quotazione del 20 dicembre scorso.

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