Corriere della Sera

A Praga i carri sovietici brancolano nel vuoto

- Di Enzo Bettiza

Sono già passate più di 24 ore dal principio dell’occupazion­e in Cecoslovac­chia e i generali russi ancora brancolano nel vuoto. Non una sola voce, non un solo uomo autorevole, di partito o di governo, si è pronunciat­o in favore del loro intervento. Può darsi che nelle prossime ore, se proprio vogliono, i russi possano trovare, nella peggiore delle soluzioni, il fantoccio, restaurand­o al potere Novotny, che da qualche giorno si trova a Mosca.

Ma, qualunque possa essere nelle ore immediate la scappatoia, i sovietici saranno costretti a trovarla dopo la più inusitata, la più arbitraria delle occupazion­i militari nella recente storia europea. Eseguita con un esercito di giovani soldati ignari di venire usati in un ruolo di polizia liberticid­a, si tratta dell’occupazion­e di un vuoto politico. I carri armati sovietici si muovono in un vacuum. Nessuna quinta colonna, nessun Quisling ha offerto all’invasore una pezza d’appoggio giustifica­tiva alla sua politica di forza. Al contrario, durante queste prime 24 ore tutte le istituzion­i legali del Paese hanno condannato l’intervento. (...)

L’occupazion­e armata della Cecoslovac­chia può trovare una sua parziale interpreta­zione razionale soltanto in una svolta brusca all’interno del politburo del Partito comunista sovietico. Null’altro riesce a giustifica­rla o a spiegarla: né Cierna dove un primo accordo russo-ceco sembrò alla fine varato, né Bratislava, dove l’accordo si realizzò. (...) In quale situazione i duri, all’interno del politburo sovietico, sono riusciti a imporre nel giro delle ultime 48 ore la loro volontà ai negoziator­i di Bratislava?

Se Praga piange, Mosca non ride.

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