Corriere della Sera

Depardieu: odio l’America

«Non amo Hollywood, neppure Coppola e Scorsese Il Festival di Cannes? Fa solo moda, meglio Venezia»

- DAL NOSTRO INVIATO Valerio Cappelli

TAORMINA Gérard Depardieu ti scruta con la forza dell’istinto, che guida ogni sua scelta, e sembra dirti che la vita è breve. Un talento straordina­rio che viene dalla strada, a dodici anni ha vissuto con due prostitute, da ragazzo fu coinvolto in piccoli furti, fece un’audizione al Teatro nazionale popolare: è uno dei più grandi attori del mondo. Ma si considera un agricoltor­e. Siede accanto a Carole Bouquet, lei dice: «Siamo stati insieme dieci anni, gli feci scoprire Pantelleri­a. Lui ama questa terra, ma non il caldo. Sogna di tornare a Parigi dove ci sono 15 gradi».

Sono entrambi premiati, insieme a Gina Lollobrigi­da e a Ferzan Özpetek, a Taormina, dove Tiziana Rocca ha fatto rinascere il Premio delle Nazioni che fu ideato da Gian Luigi Rondi. Depardieu a fine agosto dovrebbe tornare in Sicilia. Sta chiudendo la trattativa per girare Il casellante di Rocco Mortelliti, dal romanzo di Camilleri.

Gérard, si avvicina la prossima Mostra di Venezia: i festival oggi quanto aiutano il cinema?

«Venezia e Berlino più di Cannes, che è diventata una vetrina di gioielli e una passerella di moda, poi invitano sempre gli stessi autori, i belgi che ti fanno addormenta­re, gli americani che sono stupidi. Forse arriva ancora qualcosa di interessan­te da Cina e Turchia».

Catherine Deneuve, con cui lei ha girato dieci film, dice che non ci sono più le stelle.

«Ha ragione, il cinema ormai è un’arte marginale, è come un romanzo: lo esponi in libreria come decorazion­e. Nessuno più legge, nessuno più va al cinema».

Lei è legato alla stagione d’oro del cinema italiano.

«Di Marco Ferreri ricorrono i vent’anni dalla morte. Non ha lasciato eredi perché nessun regista ha gli attributi e sullo schermo non esistono più la follia e la fantasia. Si parla solo di soldi, come nel football, che finiranno per uccidere. Il calcio non è più uno sport. Ho il rimpianto di non avere conosciuto Totò. Ma ho un ricordo divertente di Bernardo Bertolucci, se vuole».

Lo racconti...

«Catherine Deneuve e Marcello Mastroiann­i dissero a Bernardo: c’è un giovane attore francese che recita a Parigi, devi assolutame­nte vederlo. Venne senza dirmi nulla. Mi invitò a casa sua a Roma, avevo un occhio nero per gli allenament­i di boxe. Si parlava di Novecento, la sua saga. Aveva già preso Robert De Niro, che era già una star. Gli dissi: “Abbiamo quasi la stessa età, voglio essere pagato come l’americano”».

E Pasolini?

«Con lui ho giocato a calcio, aveva uno stile personale. La partita era: troupe di Novecento contro troupe di Salò. Vincemmo noi 4 a 1».

Quando ha perso colpi il cinema italiano?

«Quando avete fatto entrare la psicoanali­si. Che è un’altra forma di confession­e. Nel tempo in cui la Chiesa era davvero potente il cinema aveva condiziona­menti, censure, divieti. I registi per aggirarli erano più creativi, si facevano film migliori. Il vostro cinema non deve invidiare nulla alla Francia, non dovete inseguire modelli, guardate la vostra storia e siatene orgogliosi».

L’attrice che porta nel cuore?

«Oltre a Catherine Deneuve? Sophia Loren, Isabelle Adjani e la mia amica Fanny Ardant. Dell’America non farmi parlare. Non è che non ami solo Hollywood. Non amo Coppola, Scorsese, la loro cultura, il loro modo di mangiare…».

Macron…

«No, la politica non mi interessa, i politici non ascoltano il popolo. Macron non aveva un partito dietro di sé, è stato l’unico presidente eletto da un gruppo di oligarchi. Il caso di Berlusconi non è così lontano».

Macron ha lasciato all’Italia il cerino acceso dei migranti.

«A giudicare dalle sue mosse mi sembra una delusione. Hollande invece era uno str… non mi vergogno a dirlo perché gliel’ho detto in faccia. Sono triste per voi e per questa gente abbandonat­a. È una brutta commedia, cosa fanno i deputati di Bruxelles? Niente. Quanto alla nazionaliz­zazione dei cantieri navali francesi, Macron ha detto che è una cosa temporanea. Vediamo. Sembra che abbia fatto propri certi temi cari a Marine Le Pen».

Carole Bouquet dice che lei è molto simpatico, l’unico suo problema è che è amico di Putin.

«I media francesi hanno equivocato il mio choc per non voler pagare l’87 per cento di tasse in Francia con la mia cittadinan­za in Russia. Sono stato travisato. Ma non voglio parlare di politica. Amo viaggiare, tuffarmi in altre culture, l’Algeria, la Cina. L’Arabia Saudita e il Qatar li lascio agli Stati Uniti e ai loro affari».

169 Sono i film girati da Depardieu nella sua carriera. Nel 1990 fu candidato all’Oscar per «Cyrano de Bergerac»

Su Pasolini Con lui giocai a calcio La partita era: troupe di «Novecento» contro «Salò», finì 4 a 1

 ??  ?? Profilo Gérard Depardieu, 68 anni, sul set della serie «Marseille». L’attore è nato a Châteaurou­x, in Francia. Ha vissuto in Belgio. Ieri è stato premiato a Taormina
Profilo Gérard Depardieu, 68 anni, sul set della serie «Marseille». L’attore è nato a Châteaurou­x, in Francia. Ha vissuto in Belgio. Ieri è stato premiato a Taormina

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