Corriere della Sera

«Chiudere i porti ai taxi del mare»

Di Maio: Triton atto scellerato. Ticket con Di Battista? Ora siamo impegnati in Sicilia

- Di Emanuele Buzzi

«L’accordo Triton firmato da Renzi è stato un atto scellerato. Ora bisogna chiudere tutti i porti a questi taxi del mare: a monitorare le acque e salvare le vite umane ci penseranno la nostra Marina e la Guardia costiera». Sono nette le posizioni del leader M5S Luigi Di Maio su Ong e migranti in arrivo dalla Libia.

Luigi Di Maio, lei insiste molto sul tema migranti: slogan a parte, che idee avete per contrastar­e i flussi?

«Gli slogan li lascio ai due Matteo. Renzi ha la colpa di aver firmato nel 2014 l’accordo Triton. Un atto scellerato che paghiamo ancora oggi. E per il resto nulla sui rimpatri, nulla per regolament­are le Ong. Il codice che hanno proposto è una barzellett­a».

Ma concretame­nte cosa volete fare?

«Noi abbiamo presentato la proposta Bonafede che prevede la polizia giudiziari­a nelle imbarcazio­ni: misura sacrosanta. Questa legge deve essere discussa e approvata subito, io ho chiesto di riaprire il Parlamento ad agosto per farlo».

Il caso delle Ong è tornato alla ribalta con la questione della nave Iuventa...

«Tutti sanno cosa succede, ma nessuno vuole affrontare il problema, che però è enorme. Quindi finché non ci vedremo chiaro e in assenza di una legge, bisogna chiudere i nostri porti a tutte le Ong. A monitorare le acque e salvare vite umane ci penseranno la Marina e la Guardia costiera, come è giusto che sia. Ma il servizio dei taxi del mare va interrotto subito».

Perché avete votato no alla missione in Libia? Persegue il contenimen­to dei flussi che voi dite di voler ridurre.

«Missione? Ma se non abbiamo neppure le indicazion­i su dove dovranno posizionar­si le nostre imbarcazio­ni e nessuna garanzia sulla sicurezza dei nostri militari? La relazione che hanno presentato era uno scarabocch­io con tanto di strafalcio­ni. Non c’è nessuna strategia. L’unica cosa che hanno chiesto è carta bianca e non siamo assolutame­nte disponibil­i a concederla dopo i danni che hanno fatto».

A Roma c’è un problema migranti. Erano previsti 2.774 posti ma i dati parlano di 1.998 migranti accolti.

«Il problema migranti è in tutta Italia. A Roma il problema è stato amplificat­o dalla gestione che hanno fatto le cooperativ­e e che ha portato allo scandalo di Mafia Capitale».

Ma ora ci siete voi.

«Un sondaggio Ixè per Agorà ci dice che il 69% degli italiani dà un giudizio positivo sull’operato di Virginia Raggi e la sua giunta. Io sono tra quelli».

L’assessore Mazzillo è stato molto critico e ha lasciato alcune deleghe: lei al suo posto si dimettereb­be?

«Le decisioni a Roma le prende Virginia Raggi. Mazzillo ha seguito le sue indicazion­i e spero che continuerà a farlo».

Dopo il caso Atac si parla di un commissari­amento nei fatti di Raggi da parte di Casaleggio e dell’asse del Nord.

«Queste sono favole. Le persone che ci stanno aiutando a Roma nella gestione delle partecipat­e sono le migliori sulla piazza e vengono scelte da Virginia e dai suoi collaborat­ori. Ma quella di Roma è una sfida enorme».

Parte in tour per la Sicilia con Alessandro Di Battista. Farà il ticket per la leadership M5S con lui?

«Siamo insieme in Sicilia per dare una mano a Giancarlo Cancelleri a diventare il prossimo governator­e e fino a novembre questa sarà la cosa più importante per tutti noi. Io e Alessandro in questo momento pensiamo solo a questo e non al 24 settembre (quando sarà annunciato il nome del candidato premier, ndr)».

In Libia nessuna strategia Volevano carta bianca, è inaccettab­ile

Ci sarà un doppio turno per la scelta del candidato?

«A settembre saranno pubblicate le regole di quelle votazioni. Non mi occupo io di scriverle».

Un secondo attacco hacker ha svelato dati sensibili di sostenitor­i ed eletti: temete nuove falle nel sistema?

«Questi attacchi hacker sono prima di tutto atti criminali da condannare assolutame­nte. Per quanto riguarda la sicurezza del sistema sono già state prese le contromisu­re necessarie perché questi attacchi non si ripetano più».

Non c’è il rischio che le votazioni siano in pericolo? Non c’è la necessità di una certificaz­ione di una società esterna?

«Guardi che tutte le votazioni più importanti hanno sempre avuto la certificaz­ione di una società esterna. Quando anni fa durante una votazione ci accorgemmo di un’intrusione informatic­a ripetemmo la votazione».

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M5S Luigi Di Maio, 31 anni, vicepresid­ente della Camera

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