Legge elettorale, si riparte La strategia del Nazareno per tornare al «tedesco»
Per il partito la legislatura finirà dopo la legge di Bilancio
Di legge elettorale si riprenderà a parlare ufficialmente a settembre, ma nelle conversazioni riservate se ne discute per prepararsi all’appuntamento autunnale.
L’argomento non sembra però appassionare Matteo Renzi: «È un bel problema perché bisogna fare un accordo con gli altri e questa è pur sempre la legislatura dei 101, non è cambiata. Vediamo che legge elettorale verrà fuori, finora ci hanno detto di no a tutto e non so più che cosa fare, cosa proporre. La prossima idea a questo punto potrebbe essere il sorteggio».
Il leader del Pd fa anche capire che se si andasse a votare con l’attuale legge elettorale non sarebbe un problema come invece viene sostenuto da più parti: «Non vedo rischi di instabilità, nel momento in cui verrà eletto il nuovo Parlamento ci sarà una maggioranza».
Ma in casa renziana c’è chi sta meditando sull’opportunità di fare una mossa preventiva, a settembre, dopo la pausa estiva. È vero che la posizione ufficiale del Pd è questa: «Ora tocca agli altri, se Forza Italia, grillini e Lega hanno una proposta, noi siamo pronti a confrontarci». Ma è anche vero che se il Pd avanzasse una sua ipotesi otterrebbe due risultati. Innanzitutto, verrebbe incontro ai desiderata di Mattarella. In secondo luogo, eviterebbe il tormentone settembrino sul premio di coalizione.
Ma quale potrebbe essere la proposta? Il sistema tedesco, quello su cui stava per stringersi un accordo qualche mese fa. Accordo che poi naufragò miseramente perché si portava dietro, come diretta conseguenza, le elezioni anticipate. La Lega si era detta favorevole a quella riforma. Lo stesso dicasi per Forza Italia. E Silvio Berlusconi è tornato di recente a elogiare le virtù di quel sistema. Di più: ora anche gli scissionisti del Pd sembrano aprire uno spiraglio. Lo ha fatto, pubblicamente, Pier Luigi Bersani, qualche giorno dopo l’incontro segreto con Gianni Letta.
All’epoca dell’intesa Pd-FI5Stelle, Mdp si era detta contraria al tedesco, ma adesso che non c’è più il rischio di uno scioglimento anticipato delle Camere, gli scissionisti sembrano avere meno remore.
«Sarebbe l’ipotesi più praticabile su cui fare un tentativo a settembre», spiegava qualche giorno fa ad alcuni deputati il capogruppo alla Camera del Partito democratico Ettore Rosato. Dunque, più d’uno nel Pd ritiene che il sistema tedesco sarebbe il modo per riprendere in mano il gioco della politica dopo la pausa estiva ed evitare manovre sul premio di coalizione che al Nazareno giudicano un «regalo al centrodestra».
L’iter della legge elettorale, comunque, riprenderà il 6 settembre in commissione Affari costituzionali della Camera. La presentazione del testo base è prevista entro il 12 dello stesso mese. Si ripartirà da Montecitorio e non dal Senato, come pure era stato ventilato, anche perché il Pd non vuole questo spostamento: «Senza dubbio si riparte dalla Camera», ha spiegato, secco, Rosato. L’unico vero ostacolo, però, riguarda i tempi, che sono strettissimi, perché il Parlamento va sciolto entro febbraio. «Penso che dopo il via libera alla legge di bilancio la legislatura sia ragionevolmente finita», ha detto ieri Rosato. E in un clima denso di sospetti e carico di diffidenze tra le forze politiche e all’interno degli stessi partiti non sarà certo facile mandare in porto la riforma della legge elettorale.