«Quando i francesi ci hanno detto che eravamo i più venduti»
Roberta Benaglia e la scommessa su «Forte Forte». La stilista: punto su fluidità ed emotività
a soddisfazione più grande? «Quando il responsabile dello store francese Le Bon Marché mi ha detto che Forte Forte era il marchio italiano più venduto nel piano contemporary, dopo Valentino in quello del lusso».
L’ingegnere Roberta Benaglia con il suo fondo Style Capital (di cui è amministratore delegato) ha acquisito il 56 per cento di Forte Forte con un aumento di capitale di circa 10 milioni per sostenere la strategia di crescita del marchio come ha fatto con Twin-Set, portato da 27 milioni di fatturato a 150, e Golden Goose, da 19 a 100 milioni (entrambi oggi del fondo Carlyle). «La scelta dei Giada Forte (a sinistra) con Roberta Benaglia. Accanto, un look Forte Forte brand è guidata dalla passione per quel determinato prodotto», assicura l’ingegnere arrivata a presentare la collezione resort (nel ruolo di chairman) insieme a Giada Forte, la stilista che nel 2002 ha creato il brand con il fratello Paolo. La designer racconta gli inizi: «Laurea in maglieria nell’Università di Nottingham, training da Kenzo, collaborazioni tra Londra e New York prima del ritorno nella casa di famiglia nel Vicentino. Siamo partiti con un piccolo guardaroba di dieci pezzi fatti di garze e voile, gonna lunga, t-shirt e spolverino di seta, per un gioco maschile femminile». Dice che la sua moda non è per mostrarsi ma per sentirsi bene, femminili in modo naturale. «Uno stile atemporale fatto di fluidità, emotività».
La collezione resort del 2018 si sviluppa dal cipria al lacca, dall’acqua all’orchidea nei tessuti naturali italiani, arricchiti da dettagli fatti a mano: la tunica in cotone e seta, con ricami dorati, abbinata al trench in crepe di lana stampata con i fiori della magnolia. Spolverino e kimono «giap» sui pantaloni morbidi.
Il brand oggi è venduto in 500 negozi, tra cui boutique rinomate, da Antonia a Penelope, da Tessabit a Barneys New York. «Un’azienda guidata dal prodotto artigianale, 100% made in Italy» sottolinea Roberta Benaglia (è la forza dei brand dal prezzo smart che si sono imposti per l’identità delle creatrici, da Erika Cavallini a Kristina Ti).
Ogni mercato è diverso: «Il Giappone è il più attento alla qualità, puoi consegnare anche in ritardo ma il prodotto deve essere impeccabile — osserva l’ingegnere ceo —. Per gli americani, invece, il tempo di riassortimento è fondamentale, sono loro ad aver inventato le pre collezioni. La Francia guarda lo stile».
E l’Italia? «Contano identità e coerenza del marchio» .