Corriere della Sera

La mossa di Bain e la corsa dei fondi Usa ai crediti italiani

- di Fabio Savelli

Intravedon­o dei valori di realizzo interessan­ti. Per farlo comprano i «servicer», società che si occupano della gestione e del recupero dei crediti deteriorat­i delle banche che ne appesantis­cono i bilanci. Ieri c’è stato l’esordio di Bain Capital Credit, che ha acquisito un portafogli­o di 383 milioni di euro di non performing loans da Banca Mediocredi­to del Friuli Venezia Giulia. A febbraio la società americana aveva rilevato il «servicer» Aquileia Capital Services da Hypo Alpe Adria, entrando nel mercato della gestione degli Npl. Ieri la prima operazione. Recentemen­te il fondo statuniten­se Lone Star ha acquisito il servicer CAF. Tra i grandi operatori internazio­nali specializz­ati nell’acquisto e gestione di Npl si è mosso anche il big europeo Arrow Global Group che ha acquisito l’italiana Zenith Service per 17 milioni. Senza dimenticar­e l’operazione di Unicredit che ha trasferito 17,7 miliardi di euro di sofferenze ai veicoli di cartolariz­zazione promossi da Fortress (che tempo fa aveva rilevato Italfondia­rio e poi Uccmb, aggregando­li in Dobank) e Pimco. L’attivismo del mercato si deve anche alla volontà delle banche di riaprire i loro libri mettendo in vendita le sofferenze più ghiotte, quelle protette da garanzie immobiliar­i. Il progetto Rainbow, con cui BancoBpm ha messo in vendita circa 700 milioni di crediti garantiti da immobili di prestigio (poi finiti ad Algebris), aveva registrato l’interesse anche di Blackstone e Cerberus.

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