La mossa di Bain e la corsa dei fondi Usa ai crediti italiani
Intravedono dei valori di realizzo interessanti. Per farlo comprano i «servicer», società che si occupano della gestione e del recupero dei crediti deteriorati delle banche che ne appesantiscono i bilanci. Ieri c’è stato l’esordio di Bain Capital Credit, che ha acquisito un portafoglio di 383 milioni di euro di non performing loans da Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia. A febbraio la società americana aveva rilevato il «servicer» Aquileia Capital Services da Hypo Alpe Adria, entrando nel mercato della gestione degli Npl. Ieri la prima operazione. Recentemente il fondo statunitense Lone Star ha acquisito il servicer CAF. Tra i grandi operatori internazionali specializzati nell’acquisto e gestione di Npl si è mosso anche il big europeo Arrow Global Group che ha acquisito l’italiana Zenith Service per 17 milioni. Senza dimenticare l’operazione di Unicredit che ha trasferito 17,7 miliardi di euro di sofferenze ai veicoli di cartolarizzazione promossi da Fortress (che tempo fa aveva rilevato Italfondiario e poi Uccmb, aggregandoli in Dobank) e Pimco. L’attivismo del mercato si deve anche alla volontà delle banche di riaprire i loro libri mettendo in vendita le sofferenze più ghiotte, quelle protette da garanzie immobiliari. Il progetto Rainbow, con cui BancoBpm ha messo in vendita circa 700 milioni di crediti garantiti da immobili di prestigio (poi finiti ad Algebris), aveva registrato l’interesse anche di Blackstone e Cerberus.