Corriere della Sera

Gente per bene e biglietti facili Allo stadio tamburi e megafoni

- Stefano Agresti

«È una bella giornata per il calcio», lo dicono tutti, i ministri Minniti e Lotti, i presidenti Tavecchio e Malagò. Lo è perché il calcio prova a riavvicina­rsi alla gente perbene, soprattutt­o vuole riportarla allo stadio: e come convincere i tifosi di curva, ma anche le famiglie, a tornare ad assistere alla partita? Facendo quello che si può, visto che gli impianti «spesso sono ancora inadeguati e vanno ammodernat­i», come sottolinea il capo degli Interni. Perfino l’Olimpico, che per l’Uefa merita cinque stelle, richiederà interventi pari a 20 milioni in vista delle quattro partite dell’Europeo 2020 che ospiterà (ma una parte li pagherà il comitato organizzat­ore).

Sarà dunque facilitato l’acquisto degli abbonament­i e dei biglietti, anche per chi segue la squadra in trasferta, con l’abolizione della tessera del tifoso che tante polemiche ha sollevato. «È una schedatura», denunciava­no gli ultrà (e non solo loro). Ora i biglietti resteranno nominali e il posto sarà fisso, ma la famigerata carta non esisterà più. La sostituirà, se le società vorranno (e certamente vorranno), una fidelity card, che permetterà al tifosoclie­nte di legarsi ancora di più al club e di avere varie agevolazio­ni, un po’ come accade con la tessera del supermerca­to. Non solo: i biglietti potranno essere acquistati pure il giorno della partita e potranno farlo anche i tifosi in trasferta, ma non per il settore ospiti (la cui vendita chiuderà alle 19 del giorno precedente) e purché la gara non abbia restrizion­i decise dall’Osservator­io.

Le società avranno un ruolo centrale: potranno punire i propri tifosi con sospension­i o multe se non rispettera­nno le regole stabilite da un codice etico (la Juve lo fa già).

Ma il protocollo d’intesa tra ministro dell’Interno, ministro dello Sport, Figc e Coni, firmato nella sede della Federcalci­o, rappresent­a anche un ritorno un po’ nostalgico al calcio d’un tempo, perché — dopo dieci anni — potranno rientrare nelle curve i tamburi e i megafoni, sebbene sotto controllo. Lotti ne è entusiasta: «Quando ero bambino il ritmo dei tamburi scandiva le mie giornate allo stadio»; Minniti scherza: «Immagino sia contento, usa il megafono anche in Consiglio dei ministri».

Daniela Stradiotto, presidente dell’Osservator­io del Viminale, si prende gli elogi di tutti. È un’anima importante di questo protocollo, chiarisce: «Vengono aboliti i voucher, vengono abolite le campagne “porta un amico”. E in tre anni tutto andrà a regime». Solo il capo della polizia Gabrielli, che da prefetto di Roma aveva voluto e difeso le barriere nelle curve, di fronte a tanti sorrisi sembra un po’ perplesso.

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Ieri e oggi Tifosi con tamburi allo stadio: un’immagine che tornerà attuale

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