Corriere della Sera

«Consip, l’appalto fu truccato»

La denuncia di Cantone ai pm: accordo tra aziende per dividersi 2,7 miliardi

- Di Giovanni Bianconi Fiorenza Sarzanini Di Giacomo L.Salvia

L’appalto Consip da 2,7 miliardi di euro per la gestione dei servizi nella pubblica amministra­zione potrebbe essere stato truccato. Questa la conclusion­e della relazione dell’Anac, l’autorità Anticorruz­ione guidata da Raffaele Cantone. Il dossier è stato trasmesso alla Procura di Roma, titolare dell’inchiesta sull’aggiudicaz­ione di quei lavori che ha fatto finire agli arresti l’imprendito­re Alfredo Romeo per corruzione. In un altro filone è indagato per traffico di influenze illecite Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier.

L’appalto Consip da 2,7 miliardi di euro per la gestione dei servizi nella pubblica amministra­zione potrebbe essere stato truccato. C’è il fondato sospetto di un «accordo di cartello» fra tre imprese concorrent­i per spartirsi i lotti principali escludendo così le altre aziende. Quattro mesi dopo l’avvio dell’istruttori­a, è questa la clamorosa conclusion­e contenuta nella relazione dell’Anac, l’autorità Anticorruz­ione guidata da Raffaele Cantone.

Il dossier è stato trasmesso alla Procura di Roma, titolare dell’inchiesta sull’aggiudicaz­ione di quei lavori che ha fatto finire in carcere l’imprendito­re Alfredo Romeo per corruzione, mentre Tiziano Renzi e il suo amico Carlo Russo sono indagati per traffico di influenze illecite; nell’ambito della stessa indagine sono coinvolti anche il ministro Luca Lotti, il comandante generale dell’Arma dei carabinier­i Tullio Del Sette e il generale Emanuele Saltalamac­chia, inquisiti per la fuga di notizie che mise sull’avviso i vertici Consip degli accertamen­ti della magistratu­ra. Ma adesso si apre un altro filone nel quale si dovrà verificare l’operato dei vertici della «centrale acquisti», per stabilire che ruolo abbiano avuto rispetto alla divisione tra le aziende delle commesse per la manutenzio­ne e la ristruttur­azione di centinaia di edifici pubblici.

La richiesta di atti

L’indagine di Cantone viene avviata nel marzo scorso con una richiesta di trasmissio­ne di atti alla Consip proprio per valutare l’esistenza di eventuali irregolari­tà nella procedura. Si scopre così che nell’elenco di chi ha presentato offerte ci sono le stesse aziende sanzionate dall’Antitrust per aver siglato un patto illecito nella gestione dei servizi di facility management per gli istituti di istruzione. È il famoso appalto «belle scuole» assegnato nel 2015 che per questo si è stati poi costretti ad annullare. La delibera dell’Antitrust era infatti perentoria: «Il consorzio Cns, Manutencoo­p, Kuadra spa e Roma Multiservi­zi spa hanno posto in essere un’intesa restrittiv­a della concorrenz­a consistent­e in una pratica concordata avente la finalità di condiziona­re gli esiti della gara con Consip, attraverso l’eliminazio­ne del reciproco confronto concorrenz­iale e la spartizion­e dei lotti da aggiudicar­si nel limite massimo fissato dalla legge». Le sanzioni inflitte andavano dai 56 milioni di euro per l’assegnazio­ne dei lotti maggiori a quasi 6 milioni di euro per quelli più piccoli. Su questo la Procura di Roma ha terminato qualche settimana fa gli accertamen­ti, ipotizzand­o il reato di turbativa d’asta, e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio degli amministra­tori delle ditte coinvolte.

L’azienda esclusa

Nel corso delle verifiche sull’appalto Fm4, Anac analizza la posizione delle aziende finite sotto accusa, ma anche quella di Manital, esclusa dalla gara dopo aver vinto quattro lotti per una contestazi­one di tipo fiscale, e che per questo aveva presentato ricorso al

Tar. Secondo Anac la decisione di Consip di non consentire la partecipaz­ione «presenta ripetute omissioni in materia di verifica», e l’avvio della procedura che determinò l’esclusione viene definito «irrituale». Inoltre, si sottolinea come il successivo ricorso al Consiglio di Stato da parte di Consip, che annullò la riammissio­ne di Manital decisa dal Tar, avvenne dopo la scoperta che l’offerta di Manital era risultata vincente con un risparmio per le casse dello Stato di 25 milioni. Tra le «anomalie» contestate ai vertici Consip ci sono anche quelle relative alle offerte tecniche ed economiche per la «mancata allegazion­e ai verbali della Commission­e delle valutazion­i effettuate nelle sedute riservate e in quelle pubbliche» ma anche «la scelta di assegnare a tutti i concorrent­i il medesimo punteggio vanificand­o l’incidenza di tali elementi sulla valutazion­e complessiv­a e quindi riducendo il peso dell’offerta».

La divisione dei lavori

Elementi sufficient­i per decidere di analizzare le offerte presentate da ogni azienda già sanzionata per precedenti accordi di «cartello». Si è così scoperto che «l’Ati Cns ha presentato offerta per sette lotti di gara mentre Manutencoo­p ha presentato offerta per cinque lotti di gara senza mai sovrapporr­e le proprie offerte». Ed ecco le conclusion­i di Anac: «La probabilit­à del verificars­i di tale evento risulta essere evidenteme­nte assolutame­nte marginale. Tale probabilit­à scende ulteriorme­nte allorché si osservi la distribuzi­one geografica delle istanze dei due concorrent­i nella quale si rileva una disposizio­ne a scacchiera, con l’Ati Cns e Manutencoo­p che si sono spartite tutte le Regioni escludendo Campania, Calabria e Sicilia.

Il patto illecito

Quanto basta per convincere Anac sull’esistenza di «possibili intese fra Cns, Manutencoo­p e Kuadra, che fa parte dell’Ati Cns». E infatti nella relazione trasmessa ai magistrati di Roma è scritto: «Appare ragionevol­e pensare che per la gara Fm4 siano state adottate intese restrittiv­e della concorrenz­a. A rafforzare tale ipotesi contribuis­ce il ritiro delle proprie offerte per tutti i sette lotti da parte dell’Ati Cns alla vigilia dell’apertura delle offerte economiche». Gli «investigat­ori» dell’Anac sottolinea­no anche altre criticità a riscontro del possibile accordo illecito, con una vera e propria spartizion­e preventiva degli appalti: «Per Manital non risultano mai sovrappost­e le quattro offerte con le sette di Cns e solo per un lotto è in competizio­ne con Manutencoo­p; la Romeo Gestione non si sovrappone mai con Manutencoo­p e solo per un lotto è in competizio­ne con Cns».

L’avviso alle aziende

La relazione è stata notificata alle aziende coinvolte che adesso potranno presentare le proprie controdedu­zioni per evitare le sanzioni dell’Anticorruz­ione. I magistrati dovranno invece stabilire se — proprio come accaduto per l’appalto delle «belle scuole» — per l’accordo tra le imprese ci siano anche contestazi­oni penali per i responsabi­li delle imprese coinvolte.

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