Corriere della Sera

«Chiusa nel baule prima dell’asta»

I VERBALI LA MODELLA RAPITA La ragazza messa all’asta in rete: mi dicevano che c’era già chi voleva comprarmi

- di Luigi Ferrarella Pennisi

«Le mani sul collo, l’iniezione, il risveglio in una valigia». Il racconto della modella rapita a Milano (nella foto una simulazion­e).

«Mi è stata diagnostic­ata la leucemia» (ma non fa i nomi dei dottori in grado di documentar­lo), «e tre rumeni di Birmingham, di cui non so il nome, mi hanno affidato 500.000 sterline (so dove li custodisco ma non lo voglio dire) per affittare locali commercial­i a Monaco, Parigi, Berlino, Marsiglia e Milano»: poi, però, «quando ho visto» che nel locale di Milano «avevano messo all’asta la ragazza» rapita, «l’ho liberata perché non sono d’accordo con queste cose. Le mail del riscatto partire dal mio computer? Le ho scritte io ma obbligato dai romeni».

Il polacco interrogat­o

Non è una gran difesa quella offerta sinora dal 30enne polacco Pavel Lukas Herba, l’unico arrestato dei rapitori della 20enne modella inglese che nel finto set fotografic­o affittato dall’uomo vicino alla Stazione Centrale di Milano, in via Bianconi 7, dall’11 al 17 luglio ha trovato l’inizio di un incubo: «Una persona con i guanti neri da dietro mi ha messo una mano sul collo ed una sulla bocca», mentre «una seconda persona con un passamonta­gna nero mi ha fatto un’iniezione nel braccio destro» (pericolosi­ssima ketamina, diranno le analisi): «Credo di aver perso conoscenza perché, quando mi sono ripresa, avevo indosso unicamente il body rosa in ciniglia e i calzini che indosso ora, e ho capito di trovarmi nel baule di un’auto, legati polsi e caviglie, sulla bocca nastro adesivo, messa in un sacco che solo per un piccolo spiraglio mi consentiva di respirare».

La giovane, di cui qui si continuera­nno a non indicare né

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