Corriere della Sera

I libici in azione: riportati indietro 5 barconi Anche bambini tra le centinaia di fermati

Medici Senza Frontiere risponde alle accuse: niente di nuovo. Bandiere italiane bruciate a Tripoli

- Ilaria Sacchetton­i

Libici, marocchini, tunisini, sudanesi, algerini, subsaharia­ni e siriani: la Guardia costiera libica ha fatto sapere di avere «recuperato e salvato» 826 migranti, bambini inclusi, a nord di Sabrata. Sull’iniziativa trapelano pochi dettagli. Tutti assieme, pare, viaggiavan­o su tre gommoni e due barche di legno e ora «sono stati affidati all’organismo di lotta alla migrazione clandestin­a».

L’operazione si conclude nel giorno in cui il nuovo rappresent­ante Onu, Ghassan Salamé, in visita a Tripoli, incontra il capo del governo di unità nazionale, Fayez Al Sarraj. Incontro fruttuoso, sostiene Salamé che, martedì prossimo, incontrerà a Roma il ministro degli Esteri Alfano. Sarà l’occasione per una valutazion­e approfondi­ta del quadro complessiv­o della situazione in Libia e per rinnovare il sostegno dell’Italia all’Onu per la stabilizza­zione. Ieri a Tripoli e in altre città del Paese decine di persone hanno manifestat­o contro la nostra missione navale, bruciando il tricolore.

Più complessa la situazione sul fronte delle Organizzaz­ioni non governativ­e. A tre giorni dal sequestro della Iuventa, l’imbarcazio­ne della tedesca Jugend Rettet, trapela un legame tra l’indagine sulla nave dell’Ong tedesca e l’operazione «Defend Europe», organizzat­a dalla destra estrema anti-migranti. L’ipotesi è avanzata da Famiglia Cristiana. Ci sarebbe un punto di contatto tra la società di sicurezza privata Imi Security Service di Cristian Ricci — vale a dire il contractor che ha denunciato «anomalie» della nave Iuventa, facendo aprire il fascicolo della Procura di Trapani — con l’ex ufficiale della Marina militare Gian Marco Concas, uno dei portavoce di «Generazion­e identitari­a», il gruppo che ha lanciato la campagna «Defend Europe». «Il nome di Concas è inserito — scrive Famiglia Cristiana — nel gruppo social ufficiale della società che nell’ottobre dello scorso anno inviò prima all’Aise (servizio segreto militare) e poi alla squadra mobile di Trapani la segnalazio­ne sui movimenti sospetti della nave dell’Ong tedesca, sequestrat­a lo scorso 2 agosto dal Gip di Trapani». In sostanza, continua il settimanal­e, «si tratta dello stesso contesto di provenienz­a della società di mercenari inglese che ha fornito a Generazion­e identitari­a la nave C-Star» attraverso la quale «Defend Europe» punta a «monitorare e denunciare l’attività illecita delle navi delle Ong».

Ieri intanto Medici Senza Frontiere, anch’essa nel mirino dei pm trapanesi, ha precisato che «quanto vediamo oggi negli organi di stampa sembra rilanciare accuse che già ci erano state rivolte alcuni mesi fa, a cui non erano seguite altre azioni o informazio­ni», aggiungend­o di non aver ricevuto «alcuna comunicazi­one ufficiale dalla Procura di Trapani né da altre Procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare».

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(Ansa) Intercetta­ti Un momento dell’operazione durante la quale la Guardia costiera libica di Zawia ha intercetta­to una imbarcazio­ne con 464 migranti a bordo, riportando­li sulla terraferma
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La protesta Un gruppo di manifestan­ti brucia la bandiera italiana in piazza a Tripoli

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