Zanetti: l’Isola è un’occasione per riunire tutti i centristi
«La Sicilia è un test importante ma non credo sia il laboratorio politico dove nasceranno quelle che saranno le dinamiche sulle alleanze a livello nazionale». Enrico Zanetti, segretario nazionale di Scelta civica, osserva con attenzione la partita siciliana. «Di certo, annota, potrebbe essere un laboratorio per il centro». Anche perché, sottolinea, «è il luogo principe dei centristi. Se riuscissimo a riunirci per l’appuntamento dell’Isola, poi il modello si potrebbe esportare su base nazionale». E se fallisse il processo di riunificazione? «Se fallisse — risponde — sarebbe difficile realizzarlo per le elezioni politiche».
L’ex viceministro all’Economia è fiducioso sul lavoro che si sta svolgendo in Sicilia «con il Cantiere popolare di Saverio Romano e Alternativa popolare di Angelino Alfano». Della diatriba sul nome del candidato a palazzo d’Orleans, Zanetti preferisce non parlare. Anche se poi aggiunge: «Lì ci sono dinamiche locali che sono assai diverse da quelle del Nord del Paese. Basti pensare il differente peso di partiti come la Lega, che nell’Isola hanno percentuali differenti dal resto d’Italia».
Zanetti però intende far ripartire il centro da un progetto nazionale che abbia ampio respiro: «Serve — spiega — un’offerta politica che sia marcatamente: “Si Euro, no sbarchi”. Oggi abbiamo un centrodestra che tentenna e sbanda sull’Europa e sull’euro, e dall’altra un Pd che rispetto ai temi dell’immigrazione sta facendo degli oggettivi passi avanti ma con una difficolta più ideologica che ragionevole». E allora qual è la ricetta? «Un’offerta politica molto chiara che abbini la sicurezza dello stare in Europa con tutti e due i piedi ma che non dimentichi l’esigenza di sicurezza dei cittadini».
A differenza del 2013 quando Scelta Civica corse in solitaria, «noi possiamo dare un nostro contributo nella misura in cui ci siano altre forze che vogliono condividere con noi il progetto». Prima di ogni scelta, però, il programma. Ecco perché «dire mai o sempre con Renzi, mai o sempre con Salvini per noi non significa nulla».
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