Cortina, la maledizione delle frane Una donna travolta e case evacuate
La vittima è un medico in pensione. Il geologo: nella valle ci sono 300 punti a rischio crollo
A impressionare sono i macigni, grandi come camion, rotolati per chilometri giù dal Cristallo fino a tranciare la strada per il passo Tre Croci. E poi giù ancora, lacerando l’alveo del torrente Bigontina, travolgendone i ponti, fino alle prime case di Cortina. Tutto è successo in pochi minuti, tanto è durata la tempesta d’acqua che s’è abbattuta due notti fa nella cittadina veneta. Milioni di metri cubi di detriti e fango trascinati a valle. Che hanno travolto, uccidendola, anche un medico anestesista in pensione, Carla Catturani, 60 anni, che stava rientrando a casa in auto. Il medico dell’ospedale Codivilla di Cortina, prestava la sua opera nell’elisoccorso. Prima di essere colpita dai detriti, stava facendo la volontaria alla festa campestre del sestiere di Alverà, uno dei villaggi d’Ampezzo. Preparava le «fartajes» frittelle tipiche. La troveranno, aiutati dalle squadre cinofile, gli uomini del soccorso, 200 metri più a valle, nella sua Panda.
Era passata la mezzanotte. Lampi di luce nel cielo, un vento caldo e aria plumbea hanno preceduto l’ improvvisa bomba d’acqua. Una manciata di minuti e si è scatenato il finimondo. Lo scenario che si presenta alle prime luci dell’alba lascia increduli. La strada 48 delle Dolomiti interrotta in tre punti: a Rio Gere, dove partono le seggiovie per il Cristallo e il Faloria, al Lago Scin e ad Alverà. Proprio al Lago Scin i massi ciclopici ostruiscono un ponte. Così la massa detritica è costretta a deviare, travolge il ristorante, colma il piccolo lago. Un secondo ponte ostruito costituisce un’altra diga. E così un terzo. La chiesetta di Santa Giuliana viene risparmiata, perché un po’ scostata. Si conteranno almeno una decina di case invase al piano terra e molte auto fracassate. Evacuate una cinquantina di persone da case nei pressi del torrente Bigontina.
La macchina dei soccorsi, con tutte le forze dell’ordine e della protezione civile impegnate, si è messa subito in moto. Il vicesindaco di Cortina Luigi Alverà ha passato notte e giorno sul posto. Arriva anche il governatore del Veneto Luca Zaia che chiede lo stato di crisi. «La pista da sci del Cristallo è stravolta», riferisce Enrico Ghezze presidente degli impianti. Ci sono centinaia di volontari a dare una mano. «Ho tutto il pianoterra colmo di detriti fino al soffitto — dice un artigiano del vetro — con i secchi e il passamano in tanti mi stanno aiutando».
La zona non è nuova alle frane. Tutto il centro di Cortina appoggia su un’enorme frana staccatasi dal Cristallo nel V secolo d.C. «Nella conca ampezzana abbiamo contato 325 colate, delle quali un centinaio arrivano sul fondovalle — spiega Rinaldo Genevois, il decano dei geologi del dipartimento Geoscienze Bo che ha dedicato gli ultimi vent’anni alle Dolomiti —. È un numero impressionante. Qualche mese
L’artigiano del vetro «Ho tutto il pianoterra colmo di detriti fino al soffitto». Centinaia i volontari al lavoro
fa abbiamo donato la carta della pericolosità al Comune di Cortina, oltre al contenimento. Non hanno fatto niente». L’elenco delle vittime nella Valle del Boite negli ultimi anni è cresciuto. Nell’agosto di due anni fa tre morti a San Vito di Cadore. Nel 2009 altra tragedia a Borca di Cadore (due morti) e sul Cristallo, nello stesso punto di quello di ieri, dove morirono quattro uomini del Suem, precipitati con l’elicottero impigliatosi nei fili dell’alta tensione. Le previsioni meteo annunciano altri temporali in montagna nelle prossime ore. L’attenzione resta alta.