La giustizia amministrativa
Leader e primarie A destra sembra la risolvano così: sarà premier (che manco esiste) chi prende un voto in più. A sinistra le primarie risultano complicate, se non si sa come si vota alle secondarie, sicché potrebbe esserci più di un candidato a Palazzo Chigi. Chi glielo dice a tutti che il capo del governo non si candida e non si elegge?
Davide Giacalone
Ultimamente la giustizia amministrativa è tornata protagonista della cronaca politica e pubblicistica. Qualche settimana fa Renzi ha lanciato l’idea di organizzare un «no-Tar tour» per la sua campagna elettorale, notizia che ha naturalmente riacceso i riflettori sull’operato dei giudici amministrativi spesso accusati di «frenare» il progresso del Paese. L’articolo «La giustizia amministrativa che rallenta il Paese» di Gerardo Villanacci (4 agosto), rilancia l’immagine di una giustizia amministrativa invadente e poco competente a cui attribuire, se non tutti, una buona fetta dei problemi italiani sul fronte della crescita economica e infrastrutturale. Contro tale mistificazione occorre chiarire un paio di aspetti. La giustizia amministrativa è garante dei diritti del cittadino nei confronti della pubblica amministrazione, rappresentando un formidabile presidio di legalità in settori nevralgici come appalti pubblici, urbanistica, sanità, ambiente, energia, immigrazione ed edilizia. Il fatto che ci possa essere chi utilizzi lo strumento processuale per «guadagnare tempo, fare confusione» oppure eludere «il pagamento di una fornitura», usando le parole di Villanacci, è dovuto alla confusione normativa (troppe leggi, spesso scritte male e in contraddizione tra di loro) e non al lavoro dei giudici che queste leggi sono chiamati ad applicare. Bisogna poi sottolineare un altro aspetto: la scarsa qualità degli atti amministrativi (bandi di gara, modalità dei concorsi, ecc.), spesso scritti male e contro i quali giustamente i cittadini fanno ricorso per tutelare i propri diritti. Immaginiamo che nessuno voglia eliminare questo diritto perché, oltre a danneggiare il cittadino, si finirebbe per favorire la corruzione e la mancanza di trasparenza in tante amministrazioni. Se le storture del sistema sono il presupposto per ripensare una giustizia amministrativa più puntuale ed efficace siamo disposti a ragionarci assieme, ma se sono un pretesto per addossare a un capro espiatorio tutti i problemi del Paese allora non siamo disposti a subire attacchi politici e mediatici, ma continueremo a farci garanti dei diritti dei cittadini.
Fabio Mattei