«Ho fatto il marciapiede, non temo nulla Per crescere meno stranieri e più italiani»
Sacchetti, il neo c.t. della Nazionale: «Ho 64 anni, ma la testa funziona benissimo»
su chi avrò, senza lamentele. Vediamola come una opportunità, non come una limitazione».
Recalcati, Pianigiani, Messina: l’hanno preceduta. Come costruirebbe un Frankenstein c.t. usando le loro caratteristiche?
«Messina è il miglior coach italiano e in Europa solo Obradovic lo precede. Di Recalcati mi piace il modo di essere come persona, mentre Pianigiani non lo conosco a fondo. Messina è sempre stato un riferimento, anche se ho una visione del basket diversa dalla sua».
Sacchetti e la Nazionale vissuta da giocatore. Un dettaglio da raccontare?
«In questi giorni ho sentito l’entusiasmo di chi ha giocato con me: mi sono commosso».
Gianni Petrucci voleva Sasha Djordjevic: si sente un po’ ruota di scorta?
«Ci sta, ma me ne infischio. Per certe cose ho la corazza».
Ora le tocca remare.
«All’inizio, Sandro Gamba di me diceva che ero un giocatore da serie B e Valerio Bianchini ricordava che il basket non è un sport per gladiatori. Sono sempre stato bollato e ho sempre dovuto dimostrare qualcosa: lo farò una volta di più».
Dopo lo scudetto con Sassari, disse: «Non tiratemi in ballo con la Nazionale. Semmai, vorrei fare l’assistente di un grande allenatore». La domanda allora è: dov’è finito il grande coach?
«Avrei voluto diventare vice
«Raggiungerò il risultato anche con “l’altra squadra”: ha le stesse motivazioni, non è scarsa e ha qualità. Non andremo in campo con i bambini».
Messina è il miglior coach italiano, gli avrei fatto volentieri da assistente
Sacchetti è personaggio?
«Non so se lo sono. Non mi sento tale e non è la cosa che inseguo: prima di tutto bado a essere felice del mio lavoro. Ma due parole in croce le so dire anche al di là del basket».
Con Gallinari avrebbe usato le stesse parole di Messina?
«Ettore è tosto e con Danilo, dopo il pugno all’olandese e l’infortunio alla mano destra, ha agitato il bastone. Ma ognuno di noi è quello che è: non lo scimmiotterei mai. Peraltro, mi sarei incavolato pure io: è stata una reazione abnorme in un’ amichevole. Ora, però, il caso è chiuso: voltiamo pagina».
Ettore è un punto di riferimento, ma io ho una visione del basket diversa dalla sua
Recupererà Andrea Bargnani e Alessandro Gentile?
«Dipende se avranno entusiasmo e vorranno giocare a basket. Bargnani va per i 32 anni, quanto a Gentile mi piacerebbe che tornasse il giocatore che è. Io ho due figli: valuterò Andrea e Alessandro come uomini prima che come cestisti».
Reazione abnorme di Gallinari, mi sarei arrabbiato anch’io ma voltiamo pagina
In panchina andrà con la giacca o con le amate felpe?
«Dipende dalla Federazione. Ma per la giacca ci vorrà un buon sarto. Peraltro, vista la stazza che ho, un giocatore potrà sempre minacciare un avversario cattivo: “Guarda che ti faccio menare dal mio coach”».