Da Sex & the City alla politica
Cynthia Nixon, l’attrice famosa per il ruolo di Miranda nella serie « Sex & the Cit y» potrebbe correre per diventare governatore di New York per i democratici il prossimo anno e sfidare Andrew Cuomo. Cynthia Nixon (51 anni), con il sindaco di New York, Bill de Blasio (56 anni)
NEW YORK Mario Cuomo è nella nostra memoria come il popolarissimo governatore italoamericano di New York che, per motivi mai davvero chiariti, nel 1992 rinunciò alla candidatura per la Casa Bianca. Pochi ricordano che due anni dopo, nel ’94, il suo lungo governatorato fu troncato da una mancata rielezione: sconfitto dal repubblicano George Pataki.
Suo figlio, Andrew, è nella sua scia: governatore dello Stato di New York da sette anni, nel 2020 vorrebbe puntare alla Casa Bianca. Ma i «liberal» — che non lo amano e secondo i quali la politica americana è cambiata radicalmente non solo a destra con la vittoria di Trump, ma anche a sinistra con l’exploit di Bernie Sanders — sono decisi a sbarrargli la strada. Magari facendolo inciampare già nell’imminente corsa alla rielezione a New York, come già successe al padre.
Sembra fantapolitica: Andrew Cuomo è una potenza nello Stato, ha già accumulato un fondo di 25 milioni di dollari per la campagna elettorale, ha dalla sua i sindacati e anche molti imprenditori di New York. Chi potrebbe sfidarlo? Fin qui si erano fatti avanti un ex parlamentare e la sindaca della cittadina di Syracuse, ma ora spunta un’ipotesi più insidiosa: Cynthia Nixon, l’attrice che in «Sex and the City» interpreta il personaggio di Miranda Hobbes, un’avvocatessa assai determinata.
Da Schwarzenegger, che ha guidato a lungo la California, all’attore e «wrestler» Jesse Ventura a suo tempo eletto in Minnesota, i personaggi dello spettacolo che diventano governatori sono, ormai, nella tradizione politica americana. E Cynthia-Miranda non è solo un volto noto: è anche un’attivista politica progressista molto impegnata, soprattutto per la scuola pubblica. E, proprio per questo, è inferocita con Cuomo, da lei accusato di seguire una politica che ha poco a che fare con la tradizione democratica, mentre ricorda da vicino quella «privatizzatrice» di Donald Trump e della sua ministra dell’Istruzione, Betsy DeVos.
In effetti, benché favorevole a parole all’istruzione pubblica, negli ultimi anni Cuomo le ha destinato poche risorse, mentre nella città di New York ha aumentato del 50 per cento le «charter school» pagate dal pubblico, ma gestite da privati. E ora punta su sconti fiscali per chi manda i figli in scuole private: «Come i famigerati “voucher” della DeVos» tuona la Nixon. Così l’attrice, che in passato ha declinato gli inviti a scendere in campo, ora pensa al gran passo. Non dovrebbe dispiacere al sindaco de Blasio, più a sinistra di Cuomo e spesso in conflitto con lui. Soprattutto in questa calda estate nella quale la metropolitana di New York (che dipende dal governatore) è afflitta da guasti e ritardi a raffica.
E proprio il metrò è il punto debole di Cuomo che proietta di sé l’immagine del governatore che fa arrivare i treni in orario.