«Ma il sistema appalti funziona e fa risparmiare Abbiamo fatto bene a cambiare i vertici»
Morando: vedo tanti nostalgici dei vecchi super profitti
«Non entro nel merito delle inchieste ma mi pare che le ultime notizie confermino la bontà della scelta del governo, con il ricambio dei vertici di Consip». Enrico Morando è viceministro dell’Economia, il dicastero che controlla la centrale per gli acquisti della pubblica amministrazione.
In realtà l’ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, ha sempre contestato la vostra scelta, sostenendo di essere l’unico non indagato nella vicenda.
«Ma noi non abbiamo agito sulla base di una valutazione delle singole persone. Sarebbe stato improponibile. Ci siamo mossi per la necessità di tutelare l’immagine di un’azienda fondamentale per la revisione della spesa pubblica. Una società che finora ha dato ottimi risultati in termini di risparmi di spesa e che rischiava di vedere compromessa la sua credibilità agli occhi dell’opinione pubblica, prima ancora che delle aziende in gara».
Ma per recuperare credibilità basta cambiare amministratore delegato oppure servono nuove regole?
«Per poterlo dire bisognerebbe avere una competenza specifica sulle gare che io non ho. Mi limito a constatare che il sistema Consip, con la contrazione delle stazioni appaltanti che da 30 mila sono scese a circa 300, ha ridotto i costi per la collettività. Tagliando le spese collegate all’espletamento delle singole gare, e abbassando i prezzi dei singoli prodotti e servizi acquistati».
Ma in realtà la spesa pubblica non è scesa.
«Su questo è bene intendersi. Se i risparmi realizzati grazie alle gare centralizzate vengono poi reinvestiti su altre voci, questo non autorizza a dire che i risparmi stessi non ci sono stati. Non vorrei parlare di complotto però...».
Però?
«Vedo tra gli operatori una certa nostalgia per i super profitti che venivano fatti prima, quando invece delle gare centralizzate della Consip c’erano tanti bandi, più piccoli e sparsi sul territorio. Magari fatti pure un po’ così, con la possibilità di fare sempre ricorso e giocarsela in tribunale».
Intende dire che le aziende, o almeno alcune, preferivano il vecchio sistema?
La differenza Ora i margini per chi aggira le regole sono più stretti. Se prima un prodotto costava 100 euro e ora 70, quei 30 euro potevano servire per attività opache
«Non voglio generalizzare e non sono in grado di fare nomi ma da parte di alcune imprese c’è stata una certa ostilità. Non solo in Italia ma anche all’estero, visto che alle gare Consip partecipano anche gruppi stranieri. Non vorrei che si cogliesse la palla al balzo per fare marcia indietro. Per dire che tanto la corruzione c’è lo stesso e allora tanto vale tornare al vecchio sistema, meno efficace e meno trasparente».
C’è chi dice che le gare centralizzate taglino fuori le piccole imprese.
«Ecco, vede? Quello della Consip è un sistema innovativo, e come tutti i sistemi innovativi ha senza dubbio tanti nemici. Con il vecchio sistema anche la corruzione poteva contare su margini più ampi».
Come fa a dirlo?
«Faccio un ragionamento di buon senso. Se prima un prodotto veniva acquistato a 100 euro e adesso invece costa 70, quei 30 euro in più potevano essere utilizzati anche per attività opache. Le gare Consip hanno ristretto i margini anche per chi aggira le regole».
Ma la corruzione non molla. Davvero è stato fatto tutto il possibile per contrastarla?
«La lotta alla corruzione è un percorso che non finisce mai. Ma se alcuni fatti emergono è anche il segnale che i meccanismi di controllo ci so- no. Fino a qualche anno fa l’Autorità anticorruzione non esisteva, è un bene che ci sia e ne stiamo vedendo i frutti».
Alcuni sostengono che ci vogliano nuove regole sul finanziamento ai partiti.
«Mi sembra una questione tirata per i capelli. Con il 2 per mille che consente ai singoli contribuenti di destinare una parte delle proprie tasse ai partiti, il finanziamento è trasparente. Il fatto che stia funzionando bene per il Pd e meno per gli altri partiti che raccolgono
I controlli La corruzione emerge? È anche il segnale che ci sono meccanismi validi, come l’Anac
poco non è un motivo sufficiente per cambiare».
Altri ricordano la necessità di regolamentare meglio le lobby. Tirata per i capelli anche questa?
«Mi pare di sì. Dopodiché, ben venga qualsiasi provvedimento in grado di fermare quell’orda di questuanti davanti alle porta delle commissioni parlamentari. A volte ti impediscono di andare al bagno persino nei due minuti di sospensione della seduta».