Il battello della destra anti migranti respinto dai pescatori
La C-Star voleva rifornire al porto di Zarzis. Il blocco in Tunisia: «Qui non vogliamo dei razzisti»
Da quado la C-Star, la nave anti migranti del gruppo di militanti di destra della missione «Defend Europe» è salpata al grido dannunziano di «Arma la prora e salpa verso il Mondo!» per «smascherare» le ong e render loro la vita difficile nel salvataggio dei disperati in mare, pare aver coalizzato un movimento pan Mediterraneo. Ieri, la sola ipotesi che la nave attraccasse per rifornirsi al porto di Zarzis, il primo approdo sicuro passato il confine occidentale libico, ha portato decine di attivisti del «Collettivo contro la C-Star in Tunisia» sulla banchina. I pescatori tunisini si sono detti pronti ad uscire in mare con le proprie imbarcazioni per bloccare l’ingresso del porto: «Mai lasceremo entrare dei razzisti qui». Al che la nave ha dovuto cambiare i propri piani.
L’iniziativa di «Defend Europe» è stata denunciata dalle organizzazioni umanitarie come una trovata pubblicitaria potenzialmente pericolosa. Una pubblicità insperata per Gian Marco Concas, il «capitano», portavoce di Generazione identitaria, costola italiana del movimento. Il suo nome è stato fatto come possibile legame tra i contractor che hanno fatto partire l’inchiesta sulla nave tedesca Iuventa e l’operazione degli autoproclamati sceriffi del mare. Concas dice di non conoscerli, ma ammette che l’accostamento ci sta: «A noi basta aggregare un consenso attorno a un messaggio che, raggiunto un certo livello, non può essere ignorato dal mondo politico. Come sta avvenendo».