Corriere della Sera

Il battello della destra anti migranti respinto dai pescatori

La C-Star voleva rifornire al porto di Zarzis. Il blocco in Tunisia: «Qui non vogliamo dei razzisti»

- Melania Di Giacomo

Da quado la C-Star, la nave anti migranti del gruppo di militanti di destra della missione «Defend Europe» è salpata al grido dannunzian­o di «Arma la prora e salpa verso il Mondo!» per «smascherar­e» le ong e render loro la vita difficile nel salvataggi­o dei disperati in mare, pare aver coalizzato un movimento pan Mediterran­eo. Ieri, la sola ipotesi che la nave attraccass­e per rifornirsi al porto di Zarzis, il primo approdo sicuro passato il confine occidental­e libico, ha portato decine di attivisti del «Collettivo contro la C-Star in Tunisia» sulla banchina. I pescatori tunisini si sono detti pronti ad uscire in mare con le proprie imbarcazio­ni per bloccare l’ingresso del porto: «Mai lasceremo entrare dei razzisti qui». Al che la nave ha dovuto cambiare i propri piani.

L’iniziativa di «Defend Europe» è stata denunciata dalle organizzaz­ioni umanitarie come una trovata pubblicita­ria potenzialm­ente pericolosa. Una pubblicità insperata per Gian Marco Concas, il «capitano», portavoce di Generazion­e identitari­a, costola italiana del movimento. Il suo nome è stato fatto come possibile legame tra i contractor che hanno fatto partire l’inchiesta sulla nave tedesca Iuventa e l’operazione degli autoprocla­mati sceriffi del mare. Concas dice di non conoscerli, ma ammette che l’accostamen­to ci sta: «A noi basta aggregare un consenso attorno a un messaggio che, raggiunto un certo livello, non può essere ignorato dal mondo politico. Come sta avvenendo».

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(foto da Facebook) In azione La C-Star del gruppo di militanti di destra della missione «Defend Europe»

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