Corriere della Sera

Ius soli, Pisapia sfida Renzi «Niente dubbi, va approvato» Ma i centristi: bene lo stop

Martina lo abbraccia: lo so, non sono Maria Elena...

- di Melania Di Giacomo

«Chi è di sinistra e di centrosini­stra evidenteme­nte non può avere dubbi sull’esigenza di approvare la legge dello ius soli entro la fine della legislatur­a», attacca Giuliano Pisapia. L’uscita del segretario pd, Matteo Renzi, che l’altra sera a Capalbio ha dato «ridotte possibilit­à» alla legge sulla cittadinan­za ai bambini che studiano in Italia di passare prima della scadenza delle Camere, pesa sugli incerti tentativi di dialogo. Prima di lanciarsi in un abbraccio con il vicesegret­ario pd Maurizio Martina («lo so, non sono Maria Elena Boschi...»), l’ex sindaco di Milano mette in chiaro che lo ius soli è un punto irrinuncia­bile.

Le parole di Pisapia trovano eco nelle proteste di Mdp, che accusa: una «retromarci­a» dettata da calcoli elettorali. E minaccia, non più tanto velatament­e, di uscire dalla maggioranz­a. Mentre i centristi di Ap esultano: «Bravo Matteo, non è il momento di fare questa riforma». Il disegno di legge che è stata approvato alla Camera due anni fa, è stata sempre motivo di scontro dentro la maggioranz­a. Lo scorso mese il ministro per la Famiglia, Enrico Costa si è dimesso, adducendo tra i motivi l’impossibil­ità di condivider­e il provvedime­nto. Eppure governo e Pd continuano ad assicurare che un tentativo di approvare la legge dopo la pausa estiva si farà.

A luglio fu lo stesso presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a chiarire che rimane «l’impegno mio personale e del governo per approvarla in autunno». Ma la strada è stretta. E per questo il capogruppo pd alla Camera Ettore Rosato, si colloca sulla stessa lunghezza d’onda del suo segretario: «I numeri al Senato sono quelli che sono» ma «siamo convinti che completere­mo il nostro lavoro sia con lo ius soli, che abbiamo approvato in prima lettura alla Camera, che con il testamento biologico». Quanto alla posizione di Mdp, ribatte: «Penso non abbiano bisogno di una nuova polemica agostana per continuare a fare quello che stanno già facendo, cioè continuare a votare regolarmen­te contro il governo».

I bersaniani, da parte loro, sono già pronti cavalcare il tema in campagna elettorale per dimostrare, come dice il senatore di Mdp Miguel Gotor, che «il Pd a trazione renziana sia ormai un partito di centro che ha ammainato le bandiere e i valori della sinistra per inseguire la destra sul suo terreno». «Alla ripresa, le scelte sulla politica economica e, a questo punto, anche il destino di una legge di civiltà come lo ius soli, saranno il metro per misurare la distanza tra noi e il governo», avverte il capogruppo di Mdp alla Camera, Francesco Laforgia, avvalorand­o l’ipotesi di uscire dalla maggioranz­a.

I centristi chiedono modifiche al testo, forti del fatto che senza i loro voti a favore un’eventuale fiducia a Palazzo Madama non potrebbe passare. È un modo per mettere lo ius soli su un binario morto, visto che come dice Laura Bianconi, capogruppo di Ap al Senato, non è il momento per fare una legge che «non è vissuta come una necessità» e aggiunge: «Noi avevamo dato disponibil­ità a votare a settembre la legge con modifiche: se l’ex premier rilascia questa dichiarazi­one, per lui sicurament­e sofferta, non possiamo che dire “bravo Matteo”». Anche Forza Italia con Licia Ronzulli si intesta una «grande vittoria» con «il dietrofron­t del Pd su una norma che abbiamo sempre contestato».

Il dietrofron­t del Pd è una nostra vittoria Ronzulli (FI)

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(Ansa) A Grosseto Il vicesegret­ario pd Maurizio Martina abbraccia Giuliano Pisapia alla festa di Legambient­e sotto gli occhi di Ermete Realacci

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