Corriere della Sera

Spari sui fedeli durante la messa La strage nella chiesa cattolica

In Nigeria 11 vittime accertate e 18 feriti. «Scontro fra gang della droga»

- Francesco Giamberton­e

«Siamo sicuri che Boko Haram non c’entri». Non questa volta. La strage di cristiani avvenuta in una chiesa in Nigeria, all’alba di domenica mattina, per mano di «un uomo vestito di nero che ha sparato sulla folla in preghiera», sembrava avere tutti gli elementi di un’azione terroristi­ca del gruppo estremista islamico. Ma la teoria più inquietant­e è smentita dalle autorità nel giro di poche ore.

Nei primi minuti dopo l’attacco alla chiesa cattolica di Ozubulu durante la messa delle 6 del mattino di domenica, le notizie sono confuse e spaventose: si parla di «oltre 100 morti» e online girano video che mostrano il pavimento della cappella coperto di sangue. Scatta l’allerta nella comunità internazio­nale: anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano esprime «una forte condanna nei confronti del vile attacco. L’ennesima strage di cristiani conferma che non possiamo abbassare la guardia contro il terrorismo», scrive in una nota. Ma col passare delle ore la polizia dello Stato di Anambra fa chiarezza e scredita la pista terroristi­ca: «I morti sono 11, ci sono 18 feriti e dalle informazio­ni che abbiamo siamo convinti che si tratti di un regolament­o di conti tra gang locali di narcotraff­icanti». A sparare, secondo il commissari­o di polizia Garba Umar, «è stato un uomo solo con un mitragliat­ore, a volto coperto, che cercava una persona in particolar­e», che però non c’era. Chi? Un «signore della droga» che fa affari milionari in Sudafrica, ma che in patria è visto come un filantropo: nel villaggio coi suoi soldi ha fatto costruire strade ed edifici religiosi, compresa la chiesa di Saint Philip in cui qualcuno ha cercato di ammazzarlo. Secondo la polizia non ci sono riusciti, ma avrebbero colpito il padre.

«Non abbiamo ancora preso l’attentator­e. Però sappiamo che è di queste parti», assicurano. Ed è un elemento importante: Ozubulu è nella zona centro-meridional­e della Nigeria, lontano dal 20% del territorio controllat­o da Boko Haram, che agisce soprattutt­o nel Nord-Est del Paese e aveva già attaccato luoghi religiosi. Rimane un interrogat­ivo: perché sparare a tutte quelle persone? La ricostruzi­one più accreditat­a sostiene che il killer (sempre che fosse uno solo: testimoni hanno parlato di più persone, smentiti però dagli investigat­ori) sia andato a cercare la propria vittima a casa. Il «drug lord» non era lì: doveva essere in chiesa. L’assassino è entrato nella cappella e si è diretto verso quello che credeva il suo bersaglio. Prima ha sparato a lui, poi forse ha capito di aver sbagliato persona. E ha continuato a mitragliar­e sui fedeli, per aumentare le probabilit­à di riuscita della sua missione omicida.

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