Guai per Brigitte Macron Parte la raccolta firme per toglierle soldi e staff
PARIGI È stata la prima misura annunciata da Emmanuel Macron, a poche ore dalla sua elezione come ottavo presidente della V Repubblica: Brigitte, sua moglie, la sua inseparabile metà, la donna «senza la quale io non sarei io», come dichiarò alla Francia la sera della vittoria al primo turno elettorale, avrebbe avuto uno status ufficiale e il suo impegno di première dame sarebbe stato riconosciuto a pieno titolo, come qualunque altro incarico all’Eliseo. Ma, mentre all’Assemblée Nationale si dibatte di moralizzazione della vita pubblica e, dopo il Penelope Gate che ha affondato François Fillon, candidato de Les Républicains alla presidenza, si vieta per legge il conferimento di incarichi di assistenti o segretari ai parenti dei parlamentari, le nuove prerogative di madame Macron hanno sollevato proteste e generato una raccolta di firme su Change.org che galoppa già verso i 200 mila sostenitori.
Sebbene non sia prevista una retribuzione per i compiti che saranno svolti dalla moglie del presidente, dovrà essere previsto un budget per le sue spese e uno staff che, attualmente, è inferiore a quello delle inquiline dell’Eliseo che l’hanno preceduta: un paio di segretarie e due collaboratori, contro le otto persone attribuite a Carla Bruni Sarkozy e le cinque a Valérie Trierweiler, la «prima fidanzata» del presidente (ostinatamente scapolo) François Hollande. Mentre l’entourage del presidente studia la nuova definizione esatta della professione di première dame, la petizione lanciata due settimane fa da Thierry Paul Valette, fondatore del movimento «L’Égalité nationale» raccoglie firme a ritmo crescente: 90 mila tra sabato e domenica e altre 70 mila nelle ultime ore. Sono in molti a pensare che la Francia non abbia eletto una coppia e che «non ci sia alcuna ragione per cui la moglie di un capo di Stato possa ottenere un budget sui fondi pubblici», soprattutto nel momento in cui viene ridotto quello destinato alle Forze armate.
Ma c’è chi dissente, come l’editorialista politico Dominique de Montvalon: la première dame ha di fatto compiti istituzionali e impegni soprattutto in campo umanitario (Brigitte Macron è attiva nel campo della cultura, dell’educazione e del sostegno ai bimbi autistici), quindi sarebbe ipocrita negare un inquadramento ufficiale del suo ruolo.