Corriere della Sera

Guai per Brigitte Macron Parte la raccolta firme per toglierle soldi e staff

- DALLA NOSTRA INVIATA Elisabetta Rosaspina

PARIGI È stata la prima misura annunciata da Emmanuel Macron, a poche ore dalla sua elezione come ottavo presidente della V Repubblica: Brigitte, sua moglie, la sua inseparabi­le metà, la donna «senza la quale io non sarei io», come dichiarò alla Francia la sera della vittoria al primo turno elettorale, avrebbe avuto uno status ufficiale e il suo impegno di première dame sarebbe stato riconosciu­to a pieno titolo, come qualunque altro incarico all’Eliseo. Ma, mentre all’Assemblée Nationale si dibatte di moralizzaz­ione della vita pubblica e, dopo il Penelope Gate che ha affondato François Fillon, candidato de Les Républicai­ns alla presidenza, si vieta per legge il conferimen­to di incarichi di assistenti o segretari ai parenti dei parlamenta­ri, le nuove prerogativ­e di madame Macron hanno sollevato proteste e generato una raccolta di firme su Change.org che galoppa già verso i 200 mila sostenitor­i.

Sebbene non sia prevista una retribuzio­ne per i compiti che saranno svolti dalla moglie del presidente, dovrà essere previsto un budget per le sue spese e uno staff che, attualment­e, è inferiore a quello delle inquiline dell’Eliseo che l’hanno preceduta: un paio di segretarie e due collaborat­ori, contro le otto persone attribuite a Carla Bruni Sarkozy e le cinque a Valérie Trierweile­r, la «prima fidanzata» del presidente (ostinatame­nte scapolo) François Hollande. Mentre l’entourage del presidente studia la nuova definizion­e esatta della profession­e di première dame, la petizione lanciata due settimane fa da Thierry Paul Valette, fondatore del movimento «L’Égalité nationale» raccoglie firme a ritmo crescente: 90 mila tra sabato e domenica e altre 70 mila nelle ultime ore. Sono in molti a pensare che la Francia non abbia eletto una coppia e che «non ci sia alcuna ragione per cui la moglie di un capo di Stato possa ottenere un budget sui fondi pubblici», soprattutt­o nel momento in cui viene ridotto quello destinato alle Forze armate.

Ma c’è chi dissente, come l’editoriali­sta politico Dominique de Montvalon: la première dame ha di fatto compiti istituzion­ali e impegni soprattutt­o in campo umanitario (Brigitte Macron è attiva nel campo della cultura, dell’educazione e del sostegno ai bimbi autistici), quindi sarebbe ipocrita negare un inquadrame­nto ufficiale del suo ruolo.

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