La puzza sotto il naso degli ex turisti low cost
Vacanze Contro il turismo mordi e fuggi una campagna ridicola e malmostosa, smettiamola di fare i sussiegosi e gli snob
Questa campagna ridicola e malmostosa contro il cosiddetto «turismo low cost», che pena. Che spocchia da nuovi ricchi, da penultimi arrivati che vogliono dimenticare quando low cost erano loro e le ciabatte che indossavano non erano più eleganti di quelle di adesso e le code per una visita mordi e fuggi ai musei non erano meno colpite dalla zaffate di afrore quando a inondare le città del mondo erano quelli che adesso si ergono a paladini del borgo natio, che poi natio non lo è mai stato perché veniamo tutti, immenso ceto medio vagante per il pianeta, da qualche provincia, da qualche periferia, da qualche ricerca della trattoria low cost. In quel film formidabile che è «C’eravamo tanto amati» di Ettore Scola, noi italiani poveracci usciti da una guerra catastrofica e perduta facevamo pellegrinaggio al «Re della mezza porzione», perché non potevamo permettercene una intera e Nino Manfredi affamato invocava «una mezza porzione, ma abbondante». E poi per sentirci cittadini del mondo, vagabondi di una patria universale, ci si sdilinquiva con le gesta e la retorica dell’epopea «on the road». E adesso? Adesso ci fanno schifo i nuovi vagabondi inquadrati dai tour operator, i milioni di poveracci che ora consumano solo una bottiglietta d’acqua minerale, e facciamo finta di apparire buoni e rispettosi con la tradizione difendendo la botteguccia, il ciabattino d’una volta, il falegname che non si frequenta più dopo essere andati in massa all’Ikea: low cost. Barcellona, città moderna e cosmopolita, boicotta i turisti che tirano fuori pochi soldi, fa la schizzinosa, se la prende con la nuova volgarità, dimenticata quella vecchia di tutti noi. Che poi una cosa in realtà non facevamo: gettarci ignudi nelle fontane, per esempio, oppure scaraventarsi nella laguna di Venezia dal ponte claudicante di Calatrava, o vergare graffiti osceni sui monumenti pensando di fare street art, chissà, o abbuffarci di pastasciutta sulle scalinate delle dimore storiche. Perché eravamo beneducati, forse? No, perché sapevamo che le locali forze dell’ordine, i vigili urbani o chi per loro ci avrebbero ruvidamente preso per un orecchio prima di pagare una cospicua multa, se ti trovavi a vandalizzare in qualche democrazia, o di trascorrere qualche ora in una inospitale stazione di polizia, in quei Paesi che non erano propriamente campioni dei diritti umani. E allora prendiamocela con le autorità che non si fanno rispettare. E smettiamola di fare i sussiegosi, gli snob ridicoli, noi che ancora dobbiamo nascondere le pezze ai pantaloni con cui giravamo il mondo per conoscere posti fantastici. Low cost.