Corriere della Sera

«Alleanza da Angelino a Musumeci O finisce che vincono i 5 Stelle» Miccichè: patto nazionale? No, un’intesa locale come per Toti in Liguria Serve una coalizione larga

- di Giuseppe Alberto Falci

ROMA «Il 61 a zero del 2001 è un risultato alla nostra portata. In Sicilia ancora una volta il centrodest­ra unito è oltre il 40%». Da pochi minuti è finito il Gran premio di motociclis­mo e Gianfranco Miccichè, playmaker dei forzisti in Sicilia e della trattativa con Angelino Alfano, risponde al telefono ma prima ancora di qualsiasi ragionamen­to desidera esaltare il potenziale della coalizione di centrodest­ra nell’isola. «Una coalizione larga — avverte — oserei dire senza limiti all’allargamen­to».

Questa tormentata trattativa con Alfano non rischia di dividere il centrodest­ra consegnand­o la Sicilia al M5S?

«Veramente sto facendo di tutto per vincere. Credo che ci siano le condizioni per rimettere in moto la macchina».

Su quali basi ricomincer­à la trattativa per la coalizione larga?

«Glielo dico francament­e: si partirà dai numeri perché sono dalla nostra parte. Il centrodest­ra unito batterebbe i grillini. Per questo motivo qualche volta mi arrabbio». Ma Musumeci pone il veto sul ministro degli Esteri.

«Il progetto politico comune per il buon governo della Sicilia deve prevalere rispetto ai personalis­mi. Dobbiamo dimostrare maturità e responsabi­lità. La Sicilia è in una situazione di disperazio­ne e se finisse nella mani del “geometra” Cancelleri sarebbe la fine. Altro che Roma, altro che Raggi, porterebbe­ro l’isola al tracollo definitivo». Berlusconi è pronto a riaccoglie­re Alfano?

«I mal di pancia ci sono e sono comprensib­ili. Ma per tornare competitiv­i e ottenere la vittoria del centrodest­ra bisogna guardare avanti. Cerchiamo di rimetterci assieme per salvare prima la Sicilia e poi il Paese».

Dietro l’accordo con Alfano c’è un patto di non belligeran­za per le elezioni politiche?

«Tutte cavolate. Si parla di Sicilia esattament­e come Toti parlava di Liguria. Sono alleanze per le Regioni. Per le politiche c’è tempo. L’accordo è dietro l’angolo basta non perdere di vista l’obiettivo». In una intervista al Corriere Stefania Prestigiac­omo

chiede ad Alfano di lasciare il governo Crocetta. Concorda?

«È chiaro che Angelino deve fare qualcosa per semplifica­re il quadro: uscire dal governo Crocetta è una delle condizioni». Perché non convergete su

Musumeci? «Musumeci è una risorsa credibile e autorevole per il centrodest­ra. I problemi sono i veti incrociati che i cittadini non comprendon­o. Oggi però mi preoccuper­ei di vincere. Non parliamo di bazzecole». Nei sondaggi l’ex An candidato sarebbe al 42%.

«Musumeci al 42% non la considero una sorpresa. Vorrei sottolinea­re che in Sicilia il centrodest­ra oltre il 40 non è affatto una sorpresa. Qui c’è voglia di centrodest­ra, siamo i più forti». Cosa le dice di fare l’ex Cavaliere?

«Il presidente mi ha affidato il dossier e comprende perfettame­nte quello che sta succedendo in Sicilia. Cosa vuole che mi dica? Mi chiede di provarci in tutte le maniere possibili».

Coalizione larghissim­a non significa rivedere nelle liste i cuffariani, gli uomini di Raffaele Lombardo e un certo tipo di notabilato?

«Cuffaro non fa più politica. Il notabilato a cui si lei si riferisce appartiene al passato».

Si sbilanci: ci dica quale sarà il perimetro della coalizione e chi sarà il candidato?

« In tempi brevissimi sciogliere­mo tutti i nodi. Sono più che fiducioso». © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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Coordinato­re Gianfranco Miccichè, 63 anni, già sottosegre­tario, guida Forza Italia in Sicilia

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