Corriere della Sera

Ma schierarsi con la legge è xenofobia?

- Di Ernesto Galli della Loggia

Evitare di polemizzar­e con le idee e gli argomenti altrui — soprattutt­o gli argomenti! — che non si condividon­o, bensì polemizzar­e con i titoli di giornale che in quattro parole cercano di compendiar­e le idee e gli argomenti suddetti, è da sempre un abusato espediente del giornalism­o «alle vongole». Il quale si convince così di riportare la meglio con poca fatica su chi non la pensa come lui. Fa perciò un grave torto alla propria intelligen­za e alle proprie capacità l’editoriali­sta di Repubblica Massimo Giannini ricorrendo a simili mezzi per criticare quanto da me scritto domenica su questo giornale a proposito della difesa fatta da Roberto Saviano di quelle Ong le quali hanno deciso di non far salire agenti delle forze dell’ordine italiane a bordo delle loro navi nel Mediterran­eo.

«Èsemplicem­ente intollerab­ile, — queste le sue parole — come fa Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, pretendere da quelle organizzaz­ioni di “scegliere tra l’Italia e gli scafisti”». Peccato però che quelle parole messe da Giannini tra virgolette, con relativo «discorso socialxeno­fobo» e intimazion­e nazionalis­tico-ducesca incorporat­i, io non le abbia mai scritte. Egli le ha per così dire dedotte dal titolo redazional­e dato dal Corriere al mio articolo (Quella scelta/ tra l’Italia/e gli scafisti): ma è pensabile polemizzar­e con qualcuno, mi domando, esclusivam­ente sulla base di alcune parole dedotte dal titolo dato a un suo articolo ma che nell’articolo stesso non compaiono mai?

Io infatti ho scritto solamente che avrei voluto capire con precisione in che senso nella situazione reale che esiste nel Mediterran­eo «le Ong immaginano la loro come una posizione di terzietà e quindi di necessaria neutralità obbligator­iamente disarmata.

Le Ong, ho chiesto, sono e vogliono essere neutrali tra la legge e l’illegalità? tra le organizzaz­ioni criminali nordafrica­ne e le forze italiane di polizia incaricate di contrastar­e il crimine?»

Ma perché mai , mi chiedo, questa sarebbe una domanda «insopporta­bile»? Perché mai, quando — come ha detto proprio ieri Nicola Gratteri, il procurator­e capo di Catanzaro intervista­to dal Fatto Quotidiano, «qui si tratta della sicurezza nazionale» (saggiament­e aggiungend­o: «l’ideologia mettiamola da parte») ? O forse dovremmo pensare che preoccupar­si della sicurezza nazionale significhi per ciò stesso sottostare all’«egemonia populista», dar voce al peggiore «sovranismo», addirittur­a allo «squadrismo grillino-leghista», così come recita il nutrito repertorio deprecator­io di Giannini?

Il quale — contrariam­ente all’invito di Gratteri — mi sembra che proprio dell’ideologia invece non riesca a fare a meno. Dell’ideologia del nemico assoluto da cercare di annichilir­e non importa con quali mezzi, dell’ideologia del disprezzo e della demonizzaz­ione che vieta di discutere ma incita solo a scomunicar­e. Mi ostino a credere, insieme a questo giornale, che l’Italia di oggi non abbia bisogno di nulla di simile.

Domande Mi sono chiesto se le Ong sono e vogliono essere neutrali tra criminali e polizia Demonizzaz­ione Resiste ancora l’ideologia del nemico assoluto da cercare di annichilir­e

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