Corriere della Sera

L’indagine

- Melania Di Giacomo Titti Beneduce

in uno spazio ridotto e di atterraggi­o in verticale, capace di resistere ad ogni avanzament­o tecnologic­o «fino al 2070». Il consorzio, con a capo l’americana Lockheed Martin, ha ingaggiate anche aziende italiane come Leonardo Finmeccani­ca e Avio. Il ritorno occupazion­ale ipotizzato (inizialmen­te si è parlato di 10 mila posti di lavoro) viene ritenuto irrealisti­co, visto ● La Corte dei Conti ha pubblicato l’indagine sulla partecipaz­ione italiana al programma «Joint Strike Fighter-F35 Lightning II»

● Secondo l’analisi della Corte il piano «è in ritardo di almeno 5 anni» per le «molteplici problemati­che tecniche» che hanno causato anche un incremento dei costi del supercacci­a: sono «praticamen­te raddoppiat­i» scrive la Corte dei Conti nel dossier che — rileva l’analisi della magistratu­ra contabile — al secondo semestre 2016, il programma sostiene 1.569 posti di lavoro.

Nonostante questo, l’opzione di ridimensio­nare la partecipaz­ione al programma, «pur non soggetta di per sé a penali contrattua­li», determiner­ebbe potenzialm­ente una «serie di effetti negativi»: la perdita degli investimen­ti sostenuti finora, compresi quelli per lo stabilimen­to di Cameri, l’hub in provincia di Novara, e dalle opportunit­à collegate ai contratti di manutenzio­ne e riparazion­e (anche se non si sono ancora «manifestat­e pienamente secondo le attese»). Nel corposo

Le proteste Scotto (Mdp): «Il nostro Paese avrebbe più bisogno di Canadair che di velivoli F-35»

report anche un accenno sulle conseguenz­e delle sforbiciat­e già apportate: quando nel 2012, in un’ottica di spending review, si ridusse da 131 a 90 il numero di velivoli da acquisire (finora ne sono stati consegnati sette) i «risparmi» teoricamen­te ottenuti si sono riverberat­i in «perdite contrattua­li». Mentre la mozione che nel 2016 ha impegnato il governo a dimezzare il budget dell’F-35, ha prodotto «un risparmio temporaneo pari a 1,2 miliardi di euro nel quinquenni­o 2015-2019, ma senza effetti di risparmio nel lungo periodo». condannato in Appello a un anno per soppressio­ne di atti veri nell’ambito di un’inchiesta su abusi edilizi. Ex deputato di FI, per due volte è stato eletto sindaco di Torre del Greco. Ma ora, assicura chi lo conosce bene, la sua ambizione era convincere Salvini a concedergl­i una candidatur­a in Parlamento. Lo scorso marzo, quando il leader del Carroccio tenne a Napoli il suo comizio, Borriello si presentò alla Mostra d’Oltremare con un pullman pieno di gente, con al collo la sciarpa della Turris, la squadra di calcio della sua città. Sciarpa che lo stesso Salvini accettò di indossare, facendosi poi fotografar­e con i tifosi. Dopo il suo arresto, quelle foto creano non pochi imbarazzi. Una nota di Gianluca Cantalames­sa, coordinato­re di Noi con Salvini per la Campania, chiarisce che «Ciro Borriello non è mai stato un iscritto di Noi con Salvini, né tanto meno un nostro attivista, pertanto nessuno può dire che ha aderito al nostro progetto». Critiche anche da Gianni Fava, che fu l’antagonist­a di Salvini alle primarie.

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In carcere Ciro Borriello, 60 anni, chirurgo plastico e sindaco di Torre del Greco, ieri mattina al momento dell’arresto (De Luca)

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