Corriere della Sera

L’amicizia tra i due principi arabi cambia gli equilibri nel Golfo

- di Viviana Mazza

Nessuno dei due siede (per ora) sul trono, ma insieme stanno forgiando una politica aggressiva nel Golfo. Se in Arabia Saudita le decisioni dalla difesa all’economia vengono prese dal figlio trentunenn­e del re, Mohammed Bin Salman, appena nominato erede al trono, il suo mentore è Mohammed Bin Zayed Bin Sultan AlNahyan, 56 anni, principe ereditario di Abu Dhabi, capo delle forze armate e considerat­o «il sovrano di fatto» degli Emirati.

L’amicizia tra i due principi, identifica­ti per semplicità come Mbs e Mbz nei cablo diplomatic­i Usa, si sarebbe stretta secondo il Wall Street Journal un anno e mezzo fa nel deserto, durante una caccia col falcone. Secondo il sito Middle East Eye, Mbz avrebbe dato a Mbs due consigli per diventare re: ridurre il potere dei religiosi ultraconse­rvatori wahhabiti e rafforzare il canale di comunicazi­one (non ufficiale) con Israele per ottenere l’appoggio americano. Il piano di riforme di Mbs, «Visione 2030», che promette di ridurre la dipendenza dal petrolio, più occupazion­e e intratteni­mento, nonché opportunit­à anche per le donne, ha come modello gli Emirati. Ma soprattutt­o i due «falchi» hanno adottato una politica più dura contro l’Iran sciita e gli islamisti della Fratellanz­a Musulmana che li ha portati a isolare vicini non «allineati» come il Qatar.

Mohammed Bin Zayed aveva 10 anni nel 1971, quando gli Emirati divennero una nazione grazie a suo padre, che mise insieme una federazion­e di famiglie. Pochi giorni prima, lo Scià dell’Iran si impadronì di tre isole ancora oggi rivendicat­e dagli Emirati; nel 1952 i sauditi tentarono di conquistar­e la sua città natale di Al Ain. Gli Emirati hanno sempre dovuto destreggia­rsi tra potenze più grandi. Fondamenta­le l’alleanza con gli Usa, cui hanno offerto porti e una base militare in chiave antiSaddam e anti-Iran (pur mantenendo i commerci con Teheran); ma sotto Obama e con l’accordo sul nucleare hanno visto la propria influenza diminuire. Mbz ha colto l’elezione di Trump come un’opportunit­à: già prima dell’insediamen­to organizzò un incontro alle Seychelles tra il capo dell’agenzia di contractor Blackwater Erik Prince (vicino al neopreside­nte) e un confidente di Putin per tentare di spingere i russi a mollare l’Iran. La mediazione emiratina ha gettato le basi anche per il viaggio di Trump a Riad e il suo discorso antiIran. Ma è una politica che, secondo alcuni osservator­i, rischia di accelerare le forze centrifugh­e nel Consiglio di Cooperazio­ne del Golfo, alienando anche vicini più cauti come Kuwait e Oman.

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Diplomazia Da sinistra, Mohammed Bin Salman, 31 anni, con Mohammed Bin Zayed , 56, a Riad, in Arabia Saudita

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