In abito da sera al cantiere navale Il debutto «patriottico» di Liza
La figlia del portavoce di Putin e la Generazione P dei giovani russi di successo
Se la celebrità si misura in «follower», la diciannovenne Yelizaveta «Liza» Peskova è una star: 52.600 persone la seguono su Instagram e il numero è in crescita costante. Ancor più da quando questa teenager russa cresciuta a Parigi, che studia marketing e lingue orientali, e nel profilo si definisce «pr», ha conquistato l’attenzione degli analisti internazionali dopo aver posato in abito da sirena fra gli operai dei cantieri navali di Sebastopoli. Il motivo è politico. Oltre ad essere molto carina — capelli lunghi biondi e occhioni azzurri —e a dire frasi non troppo intelligenti, Yelizaveta è figlia del portavoce di Vladimir Putin e la sua ultima, goffa uscita pubblica nella città portuale della Crimea, annessa dal leader del Cremlino tre anni fa, ben descrive come l’oligarchia russa sta allevando la futura classe dirigente.
Liza è stata a Sebastopoli con il gruppo di lobbisti russi «Avanti» per promuovere il «business patriottico» — fermando le ambizioni autonomistiche dei politici locali — e dare consigli di «marketing strategy». Con quali competenze è ancora da appurare, considerati i suoi esilaranti commenti in conferenza stampa: «Non conosco un solo individuo che possa anche solo immaginare che esistano persone che costruiscono navi», ha esordito davanti ad una platea ammutolita. E ancora: ai giovani russi andrebbe insegnato che «lavorare nei cantieri navali non è qualcosa di cui vergognarsi». Infine, si è lanciata in quello che sa far meglio: selfie sulla banchina, con aderente abito disegnato dalla figlia dell’«uomo forte» della Cecenia, Ramzan Kadyrov, con cui Yelizaveta aveva pure ballato di recente durante un «tour diplomatico» a Grozny.
«Una nuova star è finalmente apparsa all’orizzonte grazie alle politiche nepotistiche e feudali del nostro governo» ha tuonato il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, rilanciando le accuse contro un sistema di potere che favorisce i figli degli alti funzionari vicini a Putin. Rampolli che atterrano in posizioni di prestigio spesso dopo studi sommari o lunghi soggiorni nel «nemico» Occidente. Come Yelizaveta che da sei anni vive a Parigi con la madre (divorziata) e i due fratelli, e solo di recente è diventata un’attivista politica in patria, filo-Putin ovviamente. «Ora volerà in Siria e negozierà con l’Isis. Dopodiché risolverà i problemi fra Corea del Nord e Usa», ha ironizzato un suo detrattore su Twitter.
D’altra parte, i modelli da seguire non mancano. A partire dalla figlia di Vladimir Putin, la trentunenne Katerina Tikhonova, e suo marito Kirill Shamalov che, secondo un’inchiesta pubblicata dalla Reuters due anni fa, detengono un patrimonio pari a 2 miliardi di dollari, in gran maggioranza azioni di una compagnia petrolchimica cedute loro da Gennady Timchenko, amico di vecchia data di Putin.
In Russia, d’altronde, sono molti i «figli di Putin», come l’opposizione definisce i rampolli della classe dirigente più vicina al presidente. Guidano banche, fondi d’investimento, società elettriche, guadagnano miliardi e spesso non hanno neppure quarant’anni o una laurea. Alcuni osservatori li chiamano la «Generazione P», dove P sta appunto per Putin: molti sono figli degli amici di gioventù di Vladimir, a San Pietroburgo — il più vicino è proprio il suo consuocero Nikolai Shamalov — o dei suoi ex colleghi al Kgb come Sergei Ivanov — già capo di staff di Putin: suo figlio a 25 anni era presidente della Gazprombank e a 36 ha preso le redini di Alrosa, il colosso che lavora un quarto dei diamanti presenti sulla Terra.