Diploma in quattro anni, la sperimentazione in 100 istituti
Partita in sordina nel 2013, rallentata da ricorsi del Tar e avvicendamenti di ministri, la formula «diploma in quattro anni» sbarca in maniera strutturata anche in Italia. Dall’anno scolastico 2018/2019 saranno 100 su 2.741 le scuole che potranno attivare una classe dove gli studenti di scuola superiore (licei e istituti tecnici) potranno arrivare alla maturità un anno prima rispetto ai consueti cinque. Il ministero dell’Istruzione ha dato il via libera a un bando che sarà pubblicato a fine mese e permetterà alle scuole di candidarsi, dal 1° al 30 settembre, per attivare la sperimentazione.
Una Commissione tecnica valuterà le domande. Le proposte — possono candidarsi sia scuole statali che paritarie — dovranno distinguersi per un elevato livello di innovazione, in particolare per quanto riguarda i piani di studio, per l’utilizzo delle tecnologie e delle attività laboratoriali nella didattica, per l’uso della metodologia Clil (lo studio di una disciplina in una lingua straniera), per i processi di continuità e orientamento con la scuola secondaria di primo grado, il mondo del lavoro, gli ordini professionali, l’università e i percorsi terziari non accademici. Nel corso dei quattro anni, un Comitato scientifico nazionale valuterà l’andamento nazionale del Piano di innovazione e predisporrà annualmente una relazione. Obiettivo? Capire se realmente il diploma in quattro anni — già conquistato l’anno scorso dagli studenti di due istituti paritari, il San Carlo di Milano e il Guido Carli di Brescia — possa diventare la regola anche nel nostro Paese, come accade in molte altre realtà dell’Unione Europea. Un metodo per accelerare i tempi? «No, non serve a sbrigarsi prima — spiega Salvatore Giuliano, preside dell’istituto Majorana, uno dei 12 coinvolti dalla sperimentazione partita nel 2014 —. Ma può essere il trampolino di lancio per una didattica innovativa: per introdurre il lavoro di gruppo, la compattazione (lo studio di quattro discipline nel primo quadrimestre e altrettante nel secondo, ndr), dire addio alla vecchia lezione frontale e optare per le classi capovolte dove tutti gli studenti partecipano attivamente». Certo, nei licei di quattro anni, come quello delle Scienze applicate del Majorana, l’orario si allunga, ma non ci sono sconti sui programmi: «La sfida è quella di farli uscire ogni giorno alle 14 motivandoli: i risultati finora sono eccellenti, e sono sicuro che i nostri primi diplomati brevi, l’anno prossimo, li confermeranno».