Corriere della Sera

Il piano anti frane di Cortina, sirene per lanciare l’allerta

Unità dei vigili del fuoco in zone strategich­e usate come sentinelle. L’ipotesi dell’uso dei droni

- (Lapresse) Massimo Spampani

Saranno le sirene dei vigili del fuoco ad allertare la popolazion­e della zona di Cortina d’Ampezzo interessat­a dalla frana di sabato scorso per un eventuale nuovo pericolo imminente. È lo stesso sindaco della cittadina Gianpietro Ghedina a spiegare quanto è stato predispost­o per garantire la sicurezza degli abitanti della frazione invasa da fango e sassi.

«Nei tre punti più critici lungo la frana, e cioè a Rio Gere, Lago Scin e tra le case di Alverà, ci saranno gli uomini dei vigili del fuoco e della protezione civile a sorvegliar­e a vista la frana 24 ore su 24. Qualora dovesse verificars­i un movimento di materiale in seguito alla pioggia o a qualche altro motivo, verrebbero via radio informate immediatam­ente le unità operative dei vigili del fuoco, che deciderann­o se mettere in funzione le sirene dei loro mezzi, posizionat­i nella zona, per allertare la popolazion­e».

Gli abitanti ovviamente sono stati informati e qualora suonassero le sirene, sono stati invitati a salire ai piani alti delle loro case o comunque a mettersi in situazioni di sicurezza. Questa mattina si riunirà il Centro operativo comunale, nel quale sono rappresent­ati tutti gli enti e le forze impegnate nei soccorsi, per fotografar­e la situazione e prendere le decisioni per i prossimi giorni. È anche probabile che domani, visto che ora è tornato il bel tempo e gli interventi messi in atto procedono velocement­e, possano rientrare nelle loro abitazioni le persone evacuate, una cinquantin­a, fatta eccezione per due famiglie e due attività commercial­i.

In un primo momento era stata avanzata anche l’ipotesi di far saltare con l’esplosivo gli enormi macigni trasportat­i dalla frana, che ostruiscon­o il greto del torrente Bigontina. Visto che l’operazione sarebbe stata assai complessa, soprattutt­o per garantire la sicurezza delle abitazioni, si è intervenut­i con due macchine martellatr­ici, che sgretolano i blocchi di dolomia, ottenendo degli ottimi risultati. Intanto il geologo dell’Università di Padova Antonio Galgaro propone di pianificar­e voli periodici di droni per verificare in automatico, con un sistema fotografic­o tridimensi­onale, lo stato di pericolosi­tà dei canali di colata detritica sulla base della presenza e quantità di materiale mobilizzab­ile. Ciò consentire­bbe di effettuare attività di manutenzio­ne e pulizia mirate del canali più critici, che sono ben noti.

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Al lavoro L’opera di bonifica dopo la frana

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