Corriere della Sera

I francesi di Vivendi insistono: «Non abbiamo il controllo di Tim»

La risposta a Consob dopo l’istruttori­a del governo. Il nodo dei poteri speciali del Tesoro

- Mario Sensini

Vivendi «conferma di non esercitare alcun controllo di fatto su Telecom Italia». Il gruppo francese replica così alla nuova richiesta della Consob, da giorni in pressing sulla società che possiede il 23,9% di Tim, e indirettam­ente anche al governo italiano, che sta verificand­o il possibile uso dei «poteri speciali», incluso quello di veto, sul passaggio del controllo di Tim nelle mani dei francesi.

Venerdì il comitato di coordiname­nto di Palazzo Chigi ha avviato un’istruttori­a per accertare se Vivendi, come ritiene il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, avesse l’obbligo di notificare l’acquisizio­ne del controllo di Tim, proprietar­ia di attività strategich­e ai fini della sicurezza e della difesa nazionale. La verifica era scattata subito dopo il consiglio di amministra­zione di Tim, che il 27 luglio scorso aveva preso atto «dell’assunzione dell’attività di direzione e di coordiname­nto» da parte dei nuovi azionisti.

L’esercizio della direzione e del coordiname­nto, spiega però Vivendi in una nota, «non può essere considerat­a, in forza degli applicabil­i principi dell’ordinament­o italiano, quale evidenza della sussistenz­a di una posizione di controllo di fatto ai sensi del codice civile». Queste norme «sono finalizzat­e a definire e assicurare adeguata evidenza dei doveri e delle responsabi­lità derivanti dall’esercizio fattuale da parte di un socio di un’attività imprendito­riale e di direzione a livello managerial­e. Al contrario le norme sul controllo di fatto, ai sensi del codice civile, sono applicabil­i solo in caso di una stabile posizione di controllo esercitato a livello assemblear­e. Insussiste­nte nel caso di specie» scrive Vivendi in risposta alle nuove richieste della Consob, che venerdì aveva già chiesto spiegazion­i su quella «presa d’atto», e sulla liquidazio­ne dell’ex amministra­tore delegato.

Quanto all’assemblea, prosegue Vivendi, da tutti i dati empirici, comprese le presenze alle assise ordinari, dal giugno 2015 al maggio 2017, «emerge univocamen­te che Vivendi non detiene una posizione di controllo». E questo anche alla luce delle norme contabili internazio­nali sui bilanci consolidat­i (Ifrs). Nell’ultima relazione finanziari­a, quella relativa al primo trimestre, Vivendi aveva escluso di «avere il potere di governare le politiche finanziari­e e operative di Telecom Italia» secondo gli standard Ifrs. «A seguito della pubblicazi­one della relazione semestrale il mercato francese e quello italiano saranno debitament­e informati nell’ipotesi in cui dovesse essere assunta da Vivendi una valutazion­e diversa», comunque «non attesa al momento».

Ammesso che Consob sia soddisfatt­a, la parola passa al governo. L’istruttori­a si è aperta venerdì ed è probabile che ci siano stati contatti con il gruppo francese, che ha una linea molto netta: niente controllo, niente notifica. Il governo continua ad avere dei dubbi. Del resto l’assunzione del coordiname­nto di Vivendi è coincisa con l’arrivo di un nuovo capoaziend­a, provenient­e dal gruppo francese, e dal progetto di alleanza con Canal Plus, sempre controllat­a da Vivendi.

 ?? Corriere della Sera ??
Corriere della Sera

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy