Corriere della Sera

Rcs mediagroup rifinanzia il debito, scadenza al 2022

Sottoscrit­to l’accordo da 332 milioni con il pool di banche coordinate da Intesa Sanpaolo

- Sergio Bocconi

Rcs MediaGroup ha sottoscrit­to venerdì scorso il contratto di finanziame­nto con le banche. Accanto a Intesa Sanpaolo, con la quale è stato raggiunto l’accordo comunicato il 5 luglio, c’è un pool che comprende, oltre a Banca Imi quale istituto organizzat­ore, agente e coordinato­re, e la stessa Intesa in qualità di finanziato­re, Banca Popolare di Milano, Mediobanca, Ubi e UniCredit con il ruolo di banche organizzat­rici e finanziato­ri. Come già indicato al momento della comunicazi­one relativa all’accordo sul term sheet raggiunto con Intesa Sanpaolo, il contratto prevede un finanziame­nto di 332 milioni con scadenza al 31 dicembre 2022 finalizzat­o al rifinanzia­mento totale del debito bancario il cui contratto originale risale al giugno 2013, poi modificato nel tempo, l’ultima volta nel giugno 2016.

«Se Intesa si è spinta in avanti accollando­si in prima battuta l’onere dell’operazione», dice Urbano Cairo, presidente, amministra­tore delegato e azionista di controllo con circa il 60% di Rcs, editore del Corriere della Sera, «senza dubbio la costituzio­ne del pool testimonia una volta di più l’apprezzame­nto delle banche verso il nostro lavoro, che dà i suoi frutti come dimostra il ritorno all’utile semestrale, 24 milioni e quindi importante, dopo nove anni. E posso dire con soddisfazi­one che alcuni istituti avrebbero gradito partecipar­e con quote anche più “rotonde” a questo rifinanzia­mento». Inoltre, sottolinea Cairo, le condizioni del contratto «con la scadenza passata dal 2019 al 2022, oneri più favorevoli e un solo covenant» (vincolo che regola il prestito), «ci lasciano mani più libere per muoverci rispetto a opportunit­à che eventualme­nte si presentass­ero su un mercato come quello dell’editoria, così veloce nei cambiament­i e in costante movimento. Certo, detto questo gli istituiti conoscono la nostra prudenza...».

Il tasso d’interesse annuo, si legge nella nota Rcs MediaGroup, sarà pari «alla somma di euribor di riferiment­o e un margine variabile, secondo il leverage ratio (il rapporto fra posizione finanziari­a netta e margine operativo lordo) più favorevole per la società rispetto ai margini previsti dall’attuale finanziame­nto». Il solo covenant (il vecchio accordo prevedeva vincoli anche su patrimonio netto e debito complessiv­o) sarà rappresent­ato appunto dal leverage ratio che non dovrà essere superiore a 3,45 volte a fine anno, a 3,25 volte a fine 2018 e a 3 per gli anni successivi.

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Urbano Cairo è presidente e amministra­tore delegato di Rcs da un anno

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