Ferrarelle, dalle api all’olio E ora il marchio del cioccolato
La «Amedei», dal cognome della nonna materna, era nata nel 1990 a Pontedera (Pisa), fondata dai fratelli Cecilia e Alessio Tessieri, che le avevano finanziata con le risorse di famiglia. L’attività: produzione di praline in un piccolo laboratorio di 45 metri quadrati. Con gli anni, Cecilia — che nel frattempo diventa maitre chocolatier — scopre e valorizza nei luoghi più remoti del pianeta i semi di cacao più rari che danno origine a tavolette di cioccolato sempre più premiate. Nasce un marchio, che però nel 2015 sarebbe passato per il 75% in mano ai cinesi del fondo Octopus Europe Limited. Da ieri, il cioccolato di qualità made in
Tuscany è tornato italiano grazie a Carlo Pontecorvo. Il presidente e proprietario di Ferrarelle spa ha acquistato la società, rilevando non solo le quote del fondo ma anche quelle di proprietà di Cecilia Tessieri, che conserverà l’1% e resterà in azienda a garanzia della continuità aziendale. «Siamo rimasti conquistati dalla filosofia e dall’artigianalità di questa splendida eccellenza italiana che siamo lieti di riportare completamente in Italia — ha detto Pontecorvo —. Aggiungeremo valore applicando i punti di forza del modello di organizzazione aziendale e struttura commerciale che ha già portato i marchi di Ferrarelle a costruirsi la leadership in Italia e una presenza rilevante in alcuni mercati internazionali». Amedei fattura circa 3 milioni all’anno (di cui il 40% grazie all’export). Il valore dell’operazione — che Ferrarelle ha finanziato interamente per cassa — non supera i 3 milioni complessivi tra acquisto delle quote, aumento di capitale e azzeramento del debito. Ceo della nuova Amedei sarà Luigi Cigliano, che è attualmente (e manterrà la carica) il direttore amministrazione e finanza di Ferrarelle spa. L’obiettivo è quello di incrementare la presenza del cioccolato toscano nel mondo attraverso la distribuzione non solo più «horeca», cioè destinata alle catene alberghiere e alla ristorazione, ma anche negli altri canali.
Ferrarelle nel suo perimetro oltre alle acque ha anche un’azienda agricola con 160 ettari divisi tra olio Dop, apicultura e legumi. Per Ferrarelle, Amedei è la prima diversificazione attraverso un’acquisizione. Ma, senza distrarsi dal core business che è l’imbottigliamento, Pontecorvo non ne esclude altre, sempre nel settore del food and beverage italiano.